Cosa racconta Napolitano sulla minoranza Pd
Al direttore - Leggo che la minoranza del Pd ha intenzione di far saltare la legge elettorale. O almeno, così dice. Ci sono possibilità? Che cosa vuole davvero?
Luca Taidei
Ieri in effetti la minoranza del Pd questo ha detto: se non cambiamo la legge elettorale, la legge elettorale non la voteremo. Personalmente dubito che la minoranza del Pd riesca a ottenere qualcosa. In fondo ha già ottenuto molto di ciò che aveva chiesto (soglia di accesso più bassa per i piccoli partiti, oggi siamo al 3 per cento, prima era al 5; soglia di sbarramento più alta per accedere al premio di maggioranza al primo turno, oggi siamo al 40, prima era al 38). Ma il vero punto è che Renzi non si fida della minoranza del Pd. E non si fida della promessa che viene fatta oggi: caro Renzi, se cambi la legge elettorale come diciamo noi (più preferenze), ti promettiamo che quando la legge sarà in Senato noi saremo compatti con te. La ragione per cui Renzi non si fida della minoranza del Pd la racconta da qualche giorno ad alcuni colleghi parlamentari e ad alcuni suoi amici personali l’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Napolitano dice che quando era presidente spesso la minoranza andava da lui per chiedere a Renzi modifiche ad alcune leggi. Ogni volta che succedeva, Renzi diceva a Napolitano: presidente, d’accordo, ma guardi che se concediamo questo, non si fermeranno più. Napolitano invece diceva a Renzi che la minoranza si sarebbe accontentata. Bon. Dopo la prima richiesta, a Napolitano ne arriva una seconda sulla stessa legge. E poi una terza. E quindi una quarta. Al quinto intervento, sempre sulla stessa legge, chiesto a Napolitano, l’ex presidente della Repubblica andò da Renzi e gli disse: presidente, ha ragione, di questa minoranza non ci si può fidare. Mi pare chiaro no?