Il premier Matteo Renzi (foto LaPresse)

Cosa rischia la legislatura dopo la vittoria di Renzi sull'Italicum

Claudio Cerasa
La legge elettorale passa con 334 voti ma la vittoria del premier è risicata nei numeri. I possibili scenari - di Claudio Cerasa

L'Italicum passa con 334 voti, Renzi vince la sua battaglia con la minoranza del Pd ma ottiene una vittoria numericamente risicata. La maggioranza renziana partiva da circa 400 voti alla Camera e nella votazione di oggi ne ha persi circa 60 (alla prima fiducia sull’Italicum furono 38) e alla fine la nuova legge elettorale viene vidimata con 18 voti in più rispetto alla soglia necessaria per avere la maggioranza (alla Camera la maggioranza è di 316, anche se in realtà per le leggi ordinarie è sufficiente che i sì battano i no). Di questi parlamentari (sono 61) la composizione è questa: 9 ex Movimento 5 stelle, 10 del gruppo Misto, 42 del Pd.

 

Il presidente del Consiglio può giustamente esultare per aver portato a casa la legge elettorale che desiderava (ballottaggio sul modello dei sindaci, premio di maggioranza al primo partito, no possibilità di apparentarsi tra il primo e il secondo turno) ma i numeri di oggi ci dicono che la legislatura è a rischio se Renzi non stringerà un nuovo patto per allargare la maggioranza. Al Senato, dove il governo ha un margine molto più ristretto che alla Camera, i parlamentari del Pd che hanno votato in dissenso con Renzi hanno una truppa di circa 23 senatori e senza un accordo con la minoranza bersaniana il presidente del Consiglio rischia di non avere la forza politica per andare avanti con le sue riforme.

 

[**Video_box_2**] A meno che, dopo le regionali, Renzi non riesca a disinnescare i numeri della minoranza del Pd benedicendo al Senato e alla Camera la nascita di un gruppo di parlamentari che potrebbe nascere dall’esplosione di Forza Italia e del movimento 5 stelle. Se per una ragione o per un’altra non fosse possibile stringere nessuno di questi accordi, per la legislatura inizierà il conto alla rovescia.

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  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.