Domando a Renzi e al Pd: siete blindati nel pensiero unico abortista?
Il Pd è abortista? E poi: c’è spazio per una posizione di contrasto all’aborto nel Pd? A Bologna è in corso una mobilitazione dai toni eccitati contro l’avvocato Pietro Guerini e il suo comitato, che intende battersi via referendum per l’abrogazione della legge 194, quella eufemisticamente intitolata alla tutela sociale della maternità, una depenalizzazione pudica dell’interruzione volontaria di gravidanza che eliminò quarant’anni fa l’assurdo della persecuzione penale per donne e operatori pubblici che favoriscono l’aborto, ma non impedì una deriva di sordità morale verso il fenomeno. Le forze egemoni della sinistra bolognese vogliono impedire che il 13 giugno si svolga una seduta di preghiera nei pressi di un ospedale della città in cui si praticano aborti secondo la legge. Io non condivido il fine politico dei “no 194”, le posizioni ideologiche dell’avvocato Guerini, un anticomunista acceso e un cattolico liberale con simpatie genericamente “a destra”, mi sono estranee.
Il gruppo antiabortista di Guerini nacque nel 2009, un anno dopo i digiuni, le manifestazioni e la campagna elettorale della lista pazza Aborto? No grazie che insistevano sul paradosso della moratoria (Bonino pro aborto e contro la pena di morte) e chiedevano di rovesciare le politiche pubbliche antinataliste, di rimettere al centro della discussione etica lo scandalo inaudito della soppressione seriale di vite umane allo stato nascente, ma senza reintrodurre penalizzazioni legali per chi favorisce l’aborto. Fummo presi a sassate, bombe carta e uova marce, prendemmo pochi voti, facemmo tutto da soli e laicamente, “senza oneri” per la chiesa cattolica e senza il minimo appoggio della destra politica ed elettorale contro le cui liste ci presentammo alla Camera, spendendo del nostro in fatto di soldi e di energia psicologica, attaccati e alla fine rassegnati al fatto che gli italiani non hanno alcuna intenzione di farsi togliere un aborto come servizio sociale gratuito moralmente legittimato. Ma spiegammo per mesi che quella è una frontiera importante della dimensione etica dell’esistenza umana nel mondo, perché il tratto ingegneristico (in senso biologico) ed eugenetico che l’aborto in quasi quarant’anni di legalizzazione ha assunto è un tratto maligno, faustiano, una frigida morte per annientamento che consegna allo status di rifiuto ospedaliero bambini non voluti ma concepiti.
[**Video_box_2**]Molta acqua sotto i ponti. Un Papa ha abdicato, il successore non vuole farsi consegnare, nonostante sia figlio della chiesa, a temi che non ritiene compatibili con una evangelizzazione necessaria a suo giudizio su altri solchi. Il mondo laico e liberale, che con Pier Paolo Pasolini e Natalia Ginzburg e Norberto Bobbio tra gli altri, aveva prodotto testimonianze di verità di notevole rango, è restato muto, immusonito con noi, nascosto nel suo dubitare farlocco e incapace di indicare un esito, che sarebbe quello giusto: politiche pubbliche di dissuasione dell’aborto, misure di finanziamento e incoraggiamento agli operatori della vita che agiscono nel rispetto delle donne e nel perseguimento della maternità come frutto di una scelta consapevole (Paola Bonzi a Milano, per esempio). Ecco. Ora a Bologna, la città in cui fummo sottoposti a linciaggio, e non metaforicamente, chiamano il prefetto e la polizia di stato per impedire una preghiera e il perseguimento di un fine che non è il nostro ma è costituzionalmente legittimo. A me sembra un comportamento scandaloso, qualunque cosa si possa pensare della piattaforma di battaglia dei “no 194”. E domando a Renzi e al Pd: siete abortisti? Nel senso che l’aborto è, come vuole la migliore cultura onusiana del gender oggi prevalente, un diritto? C’è spazio nel Pd della nazione o di non so che cosa per una dissenting opinion, per la libertà di parola e di iniziativa su questi temi? O siete blindati nel pensiero unico abortista?