Come vota in Grecia, caro Berluskakis?
Il mio amico Berluskakis è proteiforme, è tutto, può incarnarsi in qualunque immagine mitica, leone volpe medusa angelo demonio, ma non lo vedo nella figura di un militante anticapitalista che pretende di fare la rivoluzione coni soldi in prestito dei capitalisti.
Da oltre un quarto di secolo conosco il Cav., di cui sono amico e notorio, famigerato, estimatore. Mi domando come voterebbe, se fosse Berluskakis, nel referendum convocato da Tsipras e Varoufakis. Me lo domando con curiosità legittima. Infatti non il solo Salvini, non la sola Le Pen, non il solo Farage, per non parlare dei vari Podemos, Grillemos e altre sinistre di destra, più o meno antagoniste, più o meno antipolitiche, in un fronte unico con i neri un po’ nazi di Alba dorata, non solo loro voteranno un sonoro “no” all’orribile pretesa dei pescecani di Berlino e Bruxelles e Washington, addirittura mettere la Grecia con la testa a posto o sulla buona strada in cambio di altri miliardoni in prestito, ma anche il nostro valoroso Brunetta marcia idealmente insieme al valoroso popolo greco verso lo schiaffo di Atene ai burocrati dell’euromoneta.
Il mio amico Berluskakis è proteiforme, è tutto, può incarnarsi in qualunque immagine mitica, leone volpe medusa angelo demonio, ma non lo vedo nella figura di un militante anticapitalista che pretende di fare la rivoluzione coni soldi in prestito dei capitalisti. Sa far di conto, il Cav., è generoso e leale, ha sicuramente a cuore come tutti le condizioni difficili in cui versano i nostri cugini, non senza loro responsabilità ma non esclusivamente per loro responsabilità, ma è il prototipo fisico e morale dell’uomo d’affari che non si fa infinocchiare dai fanigottoni, è uno in bocca al quale la fatidica frase business is business suona non bene, benissimo. Ora, è comprensibile, per quanto lo si giudichi errato, che si sia messo in testa di inseguire e superare e battere con ogni mezzo il centrosinistra italiano di Renzi, che come tutti i centrosinistra d’Europa, Merkel e Spd compresi, non accetta le condizioni del governo Spinelli-Vendola insediato ad Atene. Ma si spingerà fino al punto da votare, almeno in cuor suo, contro l’accordo proposto dai creditori, a favore della ribalda pretesa dei debitori di sottrarsi a veri controlli e a vere riforme?
[**Video_box_2**]Mi piacerebbe avere una risposta, non di pancia, di testa, e forse anche di cuore. Tutte le regole sulla base delle quali il Cav. è diventato il Cav., come imprenditore e poi come politico “liberale di massa”, in mano ai marxisti immaginari di Atene diventano carta straccia, maschera tecnocratica e burocratica dell’avidità capitalista che vuole vincere la battaglia a costo di affamare il popolo greco. Forse un indizio, una piccola precisazione, un orientamento del Cav. capitalista popolare, uno che sa quanto sia importante il consenso ma conosce anche le regole del gioco, sarebbe utile. Con tutta la riserva dovuta all’autonomia da difendere degli elettori nel referendum greco, con tutta la comprensione verso la delicatezza di una situazione che coinvolge anche i contribuenti d’Europa in uno scaricabarile che sa d’imbroglio, il parere di una grande e caro leader sarebbe essenziale. Almeno per me. Se non ha voglia di esternare, almeno mi chiami al telefono: sì o no? Prometto di tenermelo per me. Al massimo lo scrivo nel Foglio.