Renzi conferma lo scoop del Foglio: rivoluzione sulle tasse, a partire dalla prima casa
Confermato lo scoop del Foglio di una settimana fa e confermata questa mattina a Milano la pazza idea di Matteo Renzi: eliminazione della tassa sulla prima casa e, così l’ha chiamata il presidente del Consiglio, “rivoluzione copernicana” sulle tasse tra il 2016 e il 2018. Di annunci, come si sa, Renzi è un grande specialista ma questa volta la direzione è quella giusta e il capo del governo ha messo nero su bianco quella che è l’unica direzione che può imboccare Palazzo Chigi per provare a rendere più sostanziale la ripresa italiana e dare quella frustata al cavallo dell’economia che il nostro paese aspetta da anni.
L’annuncio di Renzi è pirotecnico – via la tassa sulla prima casa, via l’imu agricola, intervento sull’Ires e sull’Irap nel 2017, interventi sugli scaglioni Irpef e pensioni nel 2018 – bisognerà ovviamente osservare con attenzione quanta distanza ci sarà tra l’enunciazione e la rottamazione ma l’orizzonte indicato da Renzi è quello giusto non solo per far ripartire economica e consumi ma anche per dare al suo governo e al suo Pd una spinta per dimenticare gli ultimi mesi pieni di pasticci (scuola, immigrazione) e proiettare in modo credibile se stesso e il partito verso quello che sarà il passaggio più importante per il governo Leopolda, le amministrative della prossima primavera, quando si andrà a votare nelle principali città italiane (Milano, Bologna, Torino, Cagliari, forse Roma) e quando Renzi arrivati a quel punto avrà la necessità di conquistare non solo con le parole ma anche con i fatti quell’elettorato moderato che non può che essere vitale per un Pd a rischio di scissione a sinistra. E il fatto che l’annuncio di Renzi sia avvenuto in una delle grandi città (Milano) dove la rottamazione tarda ad arrivare è più che significativo.
[**Video_box_2**]Il presidente del Consiglio ha invece smentito che i miliardi (il Foglio ne ha stimati circa 30) che saranno necessari per la rivoluzione copernicana arriveranno da uno sforamento del deficit e a questo punto non possiamo che augurarci che i soldi che cerca Renzi non arrivino dall’unico forziere che il governo ha il dovere di aprire: il taglio alla spesa pubblica. Vedremo come andranno le cose ma intanto l’annuncio è buono e la mossa altrochè se ha un senso.