Fassina lost in translation. In inglese apre alle destre sovraniste no euro, in italiano glissa
Bruxelles. Sembra una moderna svolta di Salerno quella che Stefano Fassina ha proposto ai movimenti dell'estrema sinistra no-euro di tutta Europa, sul blog dell'ex ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis. La salvezza dall'occupazione tedesca della zona euro passa da “una grande alleanza dei fronti di liberazione nazionale, a partire dalle forze progressiste della periferia mediterranea” ma “aperta alla cooperazione con i partiti della destra sovranista democratica”, ha scritto Fassina nella versione inglese del suo Op-Ed, che Varoufakis ha in parte benedetto, perché “è un dibattito che gli europei non possono schivare”. Tradotto: è giunto il momento di abbandonare certe pruderie che hanno contraddistinto la sinistra in questi decenni ed allearsi con quelli che un tempo erano chiamati “neo-fascisti”. Perché di “destra sovranista democratica” anti moneta unica in giro per l'Europa non ce n'è molta, a meno di non andare a ricercare tra i no euro che stanno più o meno cercando di darsi una patina di rispettabilità: la francese Marine Le Pen, l'olandese Geert Wilders, gli austriaci della Fpo, i tedeschi di Alternativa per la Germania, i Greci Indipendenti che Alexis Tsipras ha scelto come alleati di governo, senza dimenticare le versioni italiane tipo Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Un po' come Togliatti che su ordine di Stalin scelse di entrare nel governo Badoglio insieme alle forze anti-comuniste, accantonando la questione istituzionale e i conflitti ideologici per combattere l'occupante nazista, così Fassina in combutta con Varoufakis è pronto al patto con il diavolo della destra populista per arrivare alla disintegrazione dell'euro dominato dalla Germania.
Sarà che Pippo Civati e Monica Frassoni potrebbero avere un coccolone di fronte alla prospettiva di formare un Comitato di Liberazione Nazionale con chi vuole usare le ruspe per radere al suolo i campi rom, sarà che non vuole correre il rischio di vedersi lanciare in faccia qualche salsiccia durante i dibattiti delle feste dell'Unità, ma Fassina ha cancellato il passaggio incriminato sull'alleanza con l'estrema destra sovranista anti-euro nel Op-Ed per gli italofoni. “Per salvare l'Europa, rivitalizzare le democrazie delle classi medie e invertire il trend di svalutazione del lavoro dobbiamo costruire un fronte ampio a partire dalle forze progressiste della “periferia” mediterranea dell’Eurozona per il superamento concordato della moneta unica”, ha scritto Fassina sul suo sito, auto-censurando la parte politicamente più innovativa del suo euro-pensiero (qui la versione italiana).
Per i vecchi compagni del Pd, o i nuovi lettori di Possiamo, niente riferimenti alla “destra sovranista democratica”, né alla grande alleanza dei “fronti di liberazione nazionale”. Per il resto tutto coincide. A cominciare dalla narrativa che vuole trasformare Angela Merkel e Wolfgang Schäuble in piccoli piccoli Hitler determinati a dominare l'Europa con il loro “mercantilismo liberista”. Secondo Fassina, Tsipras e il popolo greco hanno avuto il “merito storico” di rivelare al mondo le reali intenzioni della cancelliera e del suo ministro delle Finanze: la Germania “domina l’eurozona e porta avanti un ordine economico funzionale al suo interesse nazionale e agli interessi della grande finanza”.
[**Video_box_2**]Serve dunque “discontinuità”, secondo Fassina. Paradossalmente è la soluzione tedesca quella auspicata dall'ex vice-ministro dell'Economia: “il superamento concordato della moneta unica, esemplificato nella proposta di “Grexit assistita” scritta dal Ministro Schäuble e avallata dalla cancelliera Merkel”. Ironicamente, è su questo che quelle che Fassina definisce “forze progressiste” divergono, allontanando la prospettiva di una svolta di Salerno a livello europeo. Contrariamente a quanto pensa Fassina, “la disintegrazione controllata della zona euro è carica di grandi pericoli”, ha commentato Varoufakis.