Nostalgia del Palasharp, MicroMega suona l'allarme
Sarà la nostalgia del Palasharp e d’ogni simile kermesse “No B.”, se non addirittura la nostalgia del nemico B. o sarà lo spleen di fine estate colmato a suon di cori pro Rodotà (tà-tà) dai fan del prof. alla Festa del Fatto Quotidiano, fatto sta che Paolo Flores d’Arcais, sul sito di Micromega (“copyright © Paolo Flores d’Arcais”) ha scritto una pagina di tonitruante allarme dal titolo “Renzi l’iperberlusconiano”. Già dall’incipit la campana suona per gli inerti: “Se si trattasse di omosessualità diremmo che è stato un coming out. Ma trattandosi di un cattolico praticante, ed essendosi svolta in una location che più cattolica non si può, il meeting di Comunione e Liberazione a Rimini, è d’uopo invece parlare di CONFESSIONE. Matteo Renzi ha confessato pubblicamente: di essere la prosecuzione del berlusconismo con altri mezzi, anzi di essere la realizzazione del berlusconismo adeguata ai tempi, cioè alla non implementazione del berlusconismo con i mezzi di Berlusconi (l'intermezzo dei governi-nullità Monti e Letta non merita menzione: de minimis non curat praetor)”. Ohibò, pensa il lettore, eppure questo è niente rispetto al seguito: “…Nell’immediato dopoguerra, quando il regime di Mussolini è spazzato via dalla vittoria della Resistenza nell’ambito della vittoria militare alleata (Roosevelt, Churchill, Stalin), dopo la Liberazione cui fa seguito la Repubblica e la sua Costituzione (firmatari il comunista Terracini e il democristiano De Gasperi, giurista di riferimento l’azionista Calamandrei), i fascisti che vogliono combattere la Rottura e trovare i mezzi efficaci per ristabilire una Continuità non sono i rottami nostalgici di Salò ma quanti predicano l’ideologia delle non ideologie: oltre sia il fascismo che l’antifascismo. Così Renzi col berlusconismo e l’antiberlusconismo, papale papale. Ovviamente senza la tragedia del fascismo, i morti i torturati gli incarcerati gli esiliati … il berlusconismo non è stato il fascismo …” (e meno male che Flores ce lo dice, richiamandosi anche a un altro scritto della rivista, “Fascismo e berlusconismo”, MicroMega 1/2011).
Renzi, “l’iperberlusconiano” (i risultati elettorali “No B.” evidentemente non contano), nel mirino ha proprio loro, i “tà-tà”, scrive Flores: “In realtà, quando dice che ci si deve liberare del berlusconismo e dell’antiberlusconismo Renzi ha di mira solo quest’ultimo, non c’è un solo elemento del berlusconismo che non abbia fatto proprio e non stia realizzando…”. Ma è alla fine che – colpo di scena – il j’accuse diventa auto-accusa contro gli intellò: “I pochi che … parlarono di regime (ai tempi del Cav, ndr)…e che poi pochi non erano (oltre un milione a San Giovanni a Roma il 14 settembre del 2002 in una indimenticabile ‘festa di protesta’…benché da trovare col lanternino tra intellettuali e altri “opinion maker”, anziché piegarsi nella nostalgia dovrebbero provare a capire perché quelle straordinarie energie che suscitarono e catalizzarono nella società civile non hanno trovato espressione politica. Espressione politica adeguata, che il 25 per cento di voti al Movimento 5 Stelle è ancora l’onda lunga di quella stagione di lotta, dai girotondi ai popoli viola alle manifestazioni contro il bavaglio ai se non ora quando, ma un’onda che non metterà palafitte e dunque non sarà mai alternativa (benché in mancanza di essa resti il solo voto possibile del non piegarsi e non mollare)…”.
[**Video_box_2**]Il faro è ancora una volta lui, il prof. che non salì al Colle, e che su Repubblica del 25 agosto, scrive Flores, “giustamente si scaglia contro ‘il risveglio tardivo dei critici di Renzi’, ricordando che ‘in politica i tempi contano per chi agisce e per chi discute’ e ‘non basta fare la buona battaglia, bisogna farla al momento giusto’”. “Bisognerà tornarci”, è l’amara chiosa di MicroMega, “…perché riguarda tutti noi che abbiamo combattuto Berlusconi e che quella alternativa non abbiamo saputo o voluto costruire, o addirittura abbiamo distrutto alternative in cantiere, malgrado ci siano state offerte parecchie occasioni, anche nei due o tre anni più recenti” (L’ha scritto appunto Flores, l’elenco: girotondi, popoliviola, post-it gialli, società civili di ogni ordine e grado. Aggiungiamoci pure gli ex dipietristi, gli tsiprioti, i landinisti e gli antilandinisti. E la parola che viene in mente è sempre e solo una: auguri).