Chissà che direbbe Montesquieu vedendo l'ultima genialità di Md

Claudio Cerasa
Md è una “componente del movimento di classe”, che nasce per dare vita a una “giurisprudenza alternativa che consiste nell’applicare  fino alle loro estreme conseguenze i principi eversivi dell’apparato normativo borghese” attraverso “l’interpretazione evolutiva del diritto”. Ovviamente in nome della separazione dei poteri.

Al direttore -  Caro Cerasa. Ho letto sui giornali che Magistratura democratica avrebbe aderito al comitato del no al referendum. Pensavo fosse uno scherzo, o un fraintendimento, e invece sono andato sul sito di Md e ho trovato il seguente comunicato. Lo verrei condividere con lei. “Magistratura democratica aderisce al Comitato per il NO nel referendum costituzionale sulla legge di riforma Renzi - Boschi. Non si tratta, contrariamente a quanto si vuol far intendere, di un referendum sul grado di apprezzamento nei confronti del Governo: è in gioco invece l’architettura democratica della Repubblica. La riforma, in sinergia con la legge elettorale ormai nota come “Italicum”, non ammoderna la macchina dello Stato; a nostro avviso ne determina, al contrario, una pericolosa involuzione. (…) Come cittadini, giuristi e magistrati democratici viviamo con grande preoccupazione il forte pericolo di riduzione dell’autonomia di fondamentali istituzioni di garanzia, quali la Corte Costituzionale e il Consiglio Superiore della Magistratura, i cui componenti di nomina parlamentare potranno essere espressione della sola maggioranza, qualunque essa sia; una maggioranza alterata da un premio che si vuole giustificare in nome della governabilità, ma che incide sulla rappresentatività e condiziona oltre misura la stessa elezione del Presidente della Repubblica. (…) La fine del bicameralismo perfetto, come è stato autorevolmente messo in chiaro, rivela aspetti puramente propagandistici: il Senato rimane titolare di numerose competenze legislative primarie e del potere di revisione della Costituzione, ma smette di essere eletto dai cittadini. Il NO nel referendum non è dettato da inerzia e conservazione, ma da volontà di riforme che si collochino nel solco di un rinnovamento reale e democratico delle istituzioni per l’estensione della partecipazione e della coesione sociale, per la tutela dei diritti fondamentali, per una democrazia sostanziale e veramente efficiente”. L’ho letto e l’ho riletto almeno dieci volte, gentile direttore, e ho provato in tutti i modi a capire ma non ci sono riuscito. Mi chiedo: che paese è quello in cui una corrente della magistratura, la stessa che ha sempre affermato di non fare politica, aderisce a un comitato referendario offrendo al mondo il suo pensiero sul bicameralismo perfetto? Ma il giudice non doveva essere terzo? Sono spiazzato e sinceramente preoccupato.

 

Giampaolo Imberi

 

 

Di cosa si stupisce? Md (cito dal suo statuto) è una “componente del movimento di classe”, che nasce per dare vita a una “giurisprudenza alternativa che consiste nell’applicare  fino alle loro estreme conseguenze i principî eversivi dell’apparato normativo borghese” attraverso “l’interpretazione evolutiva del diritto”. Il tutto, immaginiamo, sempre in nome della separazione dei poteri, no? Non c’è niente da fare: non siamo un paese per Montesquieu.

 

  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.