Dal “Dio Agape” ai migranti surrogati, l'improbabile stupidario in Aula sul ddl Cirinnà

Giovanni Maddalena
Che passione sui banchi del Senato questa settimana discutendo la proposta di legge Cirinnà!  Sarà il tema o l’inverno bollente, ma non potremo dire che la politica è noiosa e grigia.

Ah, l’amour! Che passione sui banchi del Senato questa settimana discutendo la proposta di legge Cirinnà!  Sarà il tema o l’inverno bollente, ma non potremo dire che la politica è noiosa e grigia. Una senatrice favorevole al decreto ricorda che Dio è amore per i cristiani, ma che per i Greci era così importante che di dèi dell’amore ne avevano ben due. Chi saranno? Afrodite e Dioniso? Ma no, secondo la senatrice sono Agape ed Eros. Ehm, ehm, veramente agape è una bella parola che vuol dire amore fraterno e conviviale ma non è un dio, e la natura divina di Eros è stata molto contestata, per esempio da Socrate. Eh vabbè, staremo mica a fare i pignoli. Ma l’argomento non regge più. Uh, sempre con questa logica, l’amore è amore. Ah già.

 

Lo sa anche il senatore dell’opposizione che cita Pasolini e il suo drammatico sentire a proposito di omosessualità, come dice in quella poesia dedicata alla madre. Quale poesia, senatore? Non si saprà mai, perché il tempo finisce e il senatore non la cita. E Pasolini? Era favore o contro la stepchild? Che c’entra?  Va bene così, l’amore è amore.

 

“Ama, e fa quello che vuoi” cita da Agostino un’altra senatrice, lasciandoci stupiti e con qualche dubbio sul fatto che l’Ipponate intendesse proprio appoggiare le unioni civili e la stepchild adoption. Mentre è sicuro che Tito Livio con il suo richiamo a non fare affrettatamente e per entusiasmo qualcosa di cui poi pentirsi amaramente, si trovasse all’opposizione. Qualcuno dai M5S mette impertinentemente in dubbio che la frase fosse del grande storico latino e insinua che la saggia raccomandazione fosse invece quella della terza moglie del senatore che stava intervenendo, ma sono solo piccoli eccessi, in fondo pieni d’amore.

 

Quando c’è l’amore c’è tutto. O quasi. L’amore deve essere civile. E qui un lungo dibattito sul fatto che tutti gli altri Paesi questa legge ce l’hanno. Tutti, tutti? No, sarebbero un’esigua minoranza nel mondo. Davvero? Almeno, allora, ce l’hanno tutti i Paesi europei. Ma non è vero. Vabbè, allora diciamoci la verità, come tuona una senatrice della maggioranza: ce l’hanno tutti i paesi civili d’Europa. Ma come? Facciamo della discriminazione mentre parliamo di uguaglianze? In Europa ci sono paesi civili e incivili? E perché li abbiamo accettati in Europa, allora? Se ne accorge qualcuno della stessa maggioranza che in effetti ricorda che la civile Danimarca sta prendendo soldi a profughi che hanno perso tutto e la civilissima Svezia rimpatria decine di migliaia di persone, donne e bambini inclusi, senza farsi nessun problema di garantire condizioni umane al loro ritorno. Il senatore si dimentica anche del faro della civiltà tante volte evocato in aula – l’Inghilterra – dove, a prescindere dalla prima manipolazione di embrioni umani appena concessa (sì, ma sono civili: non li fanno crescere, li sopprimono entro 14 giorni), hanno seri dubbi sull’accettare lavoratori del resto d’Europa, anche italiani.

 

Ah no, allora no. Anche l’amor di patria è amore. Sarà per questo che un senatore si avventura nell’argomento patriottico contro la stepchild adoption. Tra quest’ultima, realizzata con bambini concepiti all’estero, e i flussi migratori che già ci investono, saremo sommersi di stranieri! Senatore, questa legge non piace nemmeno a me, ma l’arrivo di tutti questi milioni di bambini concepiti con la pratica della maternità surrogata non mi pare probabile. Stia tranquillo, costa troppo, è una pratica per ricchi. Ma capisco, anche l’amor di patria è amore.

 

Per fortuna che arriva il senatore scienziato, che riporta i toni lontano da queste smancerie. La scienza è una cosa seria e ci dice che le unioni con adozione s’hanno da fare. Ma, senatore, i dati sono contraddittori, gli scienziati sono perplessi, ci sono opinioni e dati di ogni genere e si fa fatica a trovare i campioni adeguati. No, dice il senatore, i dati contraddittori sono solo quelli contrari alla mia tesi. Ah beh, se la mette così, certo: dimenticavo che anche la scienza è amore.

 

[**Video_box_2**]Ma la ragione più forte alla fine si leva: signori, non possiamo approvare, siamo alla diciassettesima legislatura e il 17, si sa, porta sfiga, sarà un disastro. Già, come non pensarci prima? La superstizione non sarà scienza ma, come diceva Eduardo, non crederle porta male. Rimandiamo alla prossima legislatura, finché c’è amore c’è speranza.

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