Non farmi vincere, no
Sì, per forza. Certo che c’è subito venuto in mente, come a tutti: le scie chimiche. C’è qualcuno che le sparge nel cielo, e provocano danni che non ti immagini: sia cerebrali, sia alla democrazia diretta. Le scie che spaventano Paola Taverna, senatrice, “chi può escludere che esistano?”, e che adesso sono arrivate fin sotto al Campidoglio: per fregare i grillini, che altro? C’è venuto in mente per forza, come a tutti: il complotto planetario. Perché la teoria del complotto, del mondo che non sapete com’è né cosa diventerà, ma noi sì, è il brodo di coltura in cui galleggiano i ragazzi di Grillo e Casaleggio. E la cittadina Taverna, che pure passa per una tipa sgamata, la Gianna Letta dell’uno vale uno, alla scie chimiche che vogliono avvelenare i Cinque stelle ci crede. Da sempre.
Ma poi no, davvero non basta a spiegare il fatto. E’ andata a Radio Cusano Campus (che così, dal nome, non sembra un posto che ti facciano dei trappoloni come alla Zanzara), e ha detto: “Ho pensato che potrebbe essere in corso un complotto per far vincere il Movimento cinque stelle a Roma”. C’è stato il complotto per far fuori il Cav., c’è quello per azzoppare Renzi, il complotto di Pizzarotti (Pizzarotti è un complotto, no?) e pure quello per far perdere il Napoli. Va bene. Ma per far vincere gli avversari? Invece Taverna, illuminata come una abat-jour: “La scelta di Bertolaso mi ha lasciato perplessa tanto quanto quella di Giachetti. Diciamocelo chiaramente, questi stanno mettendo in campo dei nomi perché non vogliono vincere Roma”. Già, quelli vogliono perdere, e a fare il sindaco metterci il Cinque stelle, “per togliergli i fondi e fargli fare brutta figura”. Che, se fosse, è l’evoluzione della famosa tattica vai avanti tu che a me viene da ridere.
[**Video_box_2**]Ma poi no. Non è questo. Sarà pure un lapsus rivelatore, che smaschera la follia. Ma è anche altro. E i casi sono questi. O al M5s la sanno veramente lunga (mah). O, assaliti dalla realtà, scottati dal caso Quarto, a bagnomaria sulla libertà di coscienza, in bilico sul blog, se la fanno talmente sotto perché hanno capito che amministrare Roma non è come stare al Senato a saltare la Cirinnà col canguro. Qui è sangue e merda (o Atac e Fori, che è anche peggio). E loro ancora non riescono a trovare il candidato, sono ancora al web casting tra 49 nomi, tra presunti negazionisti e autentici ortodermisti. E l’unica cosa che sanno è il Programma: trasparenza, rifiuti e trasporti. E sono tre concetti così banali, che forse persino la cittadina Taverna riesce a pronunciarli senza confondersi. A meno che una scia la porti via.