La senatrice Monica Cirinnà (foto LaPresse)

Finalmente chiusa la Salerno-Reggio Calabria del diritto di famiglia

Lanfranco Pace

Promossi governo e maggioranza per aver chiuso 28 anni inconcludenti sulle unioni civili. Promosso Verdini che è come Gregory Peck in “Il mondo nelle mie braccia”. Bocciati gli entusiasti del pincipio di preoccupazione. Il Pagellone alla settimana politica di Lanfranco Pace.

FINITA LA SALERNO REGGIO CALABRIA DEL DIRITTO DI FAMIGLIA. VENTOTTO ANNI PER LE UNIONI CIVILI

La prima proposta per riconoscere le coppie gay la presentò nel 1988 l'avvocato civilista, deputato e passionali craxiana, Agata Alma Cappiello, morta da anni (voto 10 e lode alla memoria). Da allora solo polemiche, scazzi furibondi, manifestazioni infuocate e un carrello di acronimi, i Pacs, i Dico… Ma dico ve li ricordate i Dico, il muro contro muro intra-ulivista fra Beppe Fioroni e Emma Bonino e i successivi mal di pancia di Rosi Bindi e Barbara Pollastrini e questo grande agitarsi che finì in bolla per la caduta di Romano Prodi? E poi l'arrivo della destra immaginifica, le bene amate Mussolini e Lorenzin (voto 7) che chiamarono la materia i Didore che sembrava una filastrocca infantile?  

 

Perciò prima ancora di vedere cosa c'è e cosa non c'è, come il testo è stato approvato, se sia tutto a norma di costituzione, prima di chiedersi se Renzi sia un leader abile e pragmatico o solo un cinico furbacchione, se porre la fiducia sia stata o no un non senso, se Verdini sia indispensabile o semplicemente pleonastico, se l'identità del Pd sia definitivamente compromessa, insomma prima di reimmergerci nel balletto della politica inane, rendiamo onore alla storia e alla memoria: un milione circa di coppie di fatto, omosessuali e no, vede finalmente riconosciuti per legge alcuni diritti importanti. Diamo atto a governo (voto 9) e maggioranza (voto 9) di aver chiuso un cantiere aperto da quasi trenta anni, una Salerno-Reggio Calabria nel diritto di famiglia.

 

 

HO VISTO CENTRISTI FELICI

Non esistono in Francia né in Germania né in Gran Bretagna per non parlare poi degli Stati Uniti: i centristi sono affare tipicamente ed esclusivamente italiano. Fino ad oggi avevano lo sguardo preoccupato di chi sempre cerca qualcosa che non trova (voto 5) o l'occhio malizioso per trattative sostanziose che si tengono sotto traccia (voto 3) o l'aria austera di chi indica cose di buon senso che gli altri si ostinano a non vedere (voto 7). Li abbiamo poi visti esplodere in frammenti il cui nome sfugge ai più.

 

Bene: oggi li vediamo leggeri e felici, realizzati come pilastro della maggioranza e al tempo stesso riconosciuti come cavalleria leggera della Conferenza episcopale italiana che sa giocare di sponda con l'anima cattolica interna al Pd. Hanno cercato la mediazione, l'hanno trovata, siglata e rispettata (voto 8).

 

Nel clima di generale euforia persino la frase infelice di Alfano, abbiamo impedito una rivoluzione contro natura, è solo uno strafalcione.      

 

 

VERDINI BUBBONICO

Verdini (voto 9) invece è sempre più bubbone, diavolaccio che ricopre di zolfo qualsiasi cosa tocchi. Gli rimproverano di aver votato la fiducia al governo: il contrario sì che sarebbe stato sorprendente. E' dai giorni del patto del Nazareno che si attiene a una rotta e a una sola, raro esempio di coerenza politica e parlamentare. Non che la coerenza sia un valore, anzi il più delle volte è maleodorante zavorra, ma in questo Senato dove abbonda la transumanza e i gruppi si fanno e disfano come bolle di mercurio, Denis Verdini fa la figura di Gregory Peck in “Il mondo nelle mie braccia”.

 

Solo ai sempre più pallidi Roberto Speranza e Miguel Gotor poteva venire in mente di piantare casino per la fiducia votata da Verdini: identità del Pd stravolta, quindi congresso subito come se i congressi servissero a rimettere insieme gli specchi rotti. Giorgio Napolitano (per definizione 10 e lode come un tempo la banana Chiquita) dice che i voti dei verdiniani vanno considerati aggiuntivi e non sostitutivi e quindi non vede il problema. Il guardasigilli Andrea Orlando (voto 8) addirittura ammicca nel merito, Ala e Verdini sarebbero più a sinistra del Nuovo centro destra di Alfano, non è poi che ci voglia molto.

 

L'anti-renzismo in punta di sopracciglio va lasciato al direttore del Fatto quotidiano e a Lilli Gruber, la coppia televisiva più glam e deliziosamente ammiccante dell'anno (voto 8).

 

 

ROSSI IN PISTA

E' toscano di Pontedera, il primo sfidante di Renzi alla segreteria del Pd. Non si sa ancora quando ci sarà il congresso ma Enrico Rossi (voto 8) ci si prende per tempo. Il principio di Peter dice che si progredisce in carriera fino a raggiungere il livello di massima incompetenza: Rossi è attualmente governatore della Toscana, a detta di tutti è bravo e giustamente popolare, ed ecco che non si accontenta, vuole salire uno scalino, calcare la scena nazionale e guidare il partito. Non basta però una maggiore cultura del lavoro industriale, più rispetto per il sindacato e più welfare a protezione dell'area della povertà per costituire un'alternativa a Renzi. Ha già messo su uno staff di collaboratori presi dai territori e per i rapporti con i media ha scelto Klaus Davi, massmediologo, presenza fissa all'Arena di Massimo Giletti.  

 

 

GLIFOSATO MON AMI

Il glifosato, erbicida prodotto dalla Monsanto, provocherebbe forme di leucemia. In Germania ne sono state trovate tracce in alcune birre di marchi assai noti e d'esportazione ed è scoppiato il finimondo. In Italia Beppe Grillo e i suoi hanno intasato i social. In Francia la ministra dell'ambiente Ségolène Royal ha chiesto che venga proibito ogni tipo di erbicida: lei è una pasdaran della natura, quando i quattro figli suoi e di François Hollande ancora erano piccoli propose di abolire l'ora legale accusata di alterare il ciclo del loro sonno e provocare turbe psichiche. In realtà oggi che sono grandi stanno meglio della mamma (e del papà).  

 

Non se ne può del principio di precauzione, della preoccupazione pubblica e collettiva per la salute fisica e psichica del singolo individuo. E' preferibile fare da solo, imparare a destreggiarsi tra polveri sottili, piogge acide, carni rosse, zanzare del terzo tipo, bevande all'erbicida e pannoloni e talchi che danno il cancro piuttosto che sentire l'ennesima campagna indignata a difesa dell'ambiente e contro le multinazionali e il neoliberismo selvaggio.    

 

 

E PER FINIRE

Slogan letti sui mezzi pubblici che circolano nella capitale: nessuno cambia più di noi, siamo noi il tuo nuovo inizio. Uno distratto pensa alla Marina militare. No invece, è lo Spi, il sindacato dei pensionati della Cgil. Complimenti, bella idea (voto 8).   

Di più su questi argomenti:
  • Lanfranco Pace
  • Giornalista da tempo e per caso, crede che gli animali abbiano un'anima. Per proteggere i suoi, potrebbe anche chiedere un'ordinanza restrittiva contro Camillo Langone.