Paolo De Fraia

Se sei troppo cattolico (o troppo grasso) non puoi candidarti per il Pd. Il caso di Bologna

David Allegranti
Paolo De Fraia è stato per 24 ore nella lista dei candidati del Partito democratico al consiglio comunale. Finché non si sono accorti che era contro l'aborto. Ed è stato rimosso. La colpa di Tullia Moretto? Non aveva il "il physique du rôle" per fare la presidente

Bologna. Nel Pd bolognese puoi candidarti liberamente, basta che tu non sia troppo cattolico o troppo grasso. Paolo De Fraia, classe 1961, iscritto alla Cisl, per poco meno di ventiquattro ore è stato uno dei candidati del Pd al consiglio comunale delle prossime elezioni amministrative di Bologna. Dopo aver votato all’unanimità la lista, il partito ha scoperto - ma secondo l’ex aspirante consigliere in realtà avrebbe solo fatto finta di scoprire - che De Fraia è un antiabortista convinto, secondo alcuni vicino al movimento delle “Sentinelle in piedi”, contrario alla teoria gender, da lui definita “un nuovo ordine mondiale”, e vicino al movimento “Amicizia civile” guidato dall’ex sindaco Walter Vitali. Tutto vero tranne, sostiene lui, l’appartenenza alle Sentinelle. Ma c’è di più: nel 2011 è stato anche candidato con Stefano Aldrovandi in una lista civica, quindi contro l’attuale sindaco del Pd Virginio Merola. Possibile che il Pd non sapesse nulla del suo potenziale consigliere comunale? Così dicono i dirigenti del partito di Matteo Renzi:  “Non ci basta fare autocritica - spiegano i vertici - perché è evidente che qualche passaggio di informazioni tra noi in questi giorni è venuto meno e che ci sia stato un difetto di approfondimento. Abbiamo deciso di muoverci in modo fermo. ‘Siamo quello che facciamo", non è uno slogan ma una profonda convinzione: per questo, alla luce di quanto emerso in queste ore e d'intesa con il sindaco Virginio Merola, Paolo De Fraia non è più candidato nella lista del Pd per le prossime elezioni comunali”.

 

Ma lui, De Fraia, è un fiume in piena. Dice che non si candiderà con altre liste, con buona pace di Mario Adinolfi che è subito corso a Bologna per incontrarlo, e attacca i vertici del Pd. “La responsabilità per ciò che è accaduto? Bisogna chiederlo al Pd. Quello nei miei confronti era un siluro già pronto. Io non ce l'ho con Merola, ma con alcune anime del Pd, quelle secondo cui certe idee non possano trovare spazio". Secondo De Fraia il Pd sapeva tutto e non aveva bisogno di leggere chi fosse sui giornali locali: “Le bugie che hanno le gambe corte". "Ho avuto un incontro con Merola a cui ha partecipato anche il capo di gabinetto (Giuliano Barigazzi, ndr) e gli dissi che volevo essere leale con lui”.

 

A un certo punto, dunque, De Fraia era in lista. Poi però in città hanno cominciato a compulsare il suo profilo Facebook, pieno di riferimenti religiosi e link anti-gender, il candidato è stato catapultato dalla lista al banco degli imputati, fino alla cancellazione dall’elenco degli aspiranti consiglieri. “Se avessi avuto malizia e retropensieri avrei cancellato tutto. Ma non ho partecipato né ho appoggiato le iniziative delle sentinelle in piedi. Faccio servizio d'ordine della Curia, questo sì, faccio la sentinella per l'arcivescovo. E sono talmente integralista che sono amico di Lafram (leader della comunità islamica, ndr) che mi invitò alla preghiera comune delle tre religioni. L'aborto? Per cose come queste ci sarebbe mezzo Pd deserto per le dichiarazioni sul ddl Cirinnà. Se facesse testo il profilo Facebook andremmo a casa tutti. E poi farmi passare per mostro perché ho messo sul profilo un'immagine mariana la dice lunga come siamo messi a livello di democrazia”. Insomma, se sei troppo cattolico non puoi candidarti con il Pd? Beh, pure se sei in sovrappeso non ti va molto meglio. Il Corriere di Bologna ha raccontato la vicenda di Tullia Moretto (nella foto a sinistra), segretaria del circolo Fossolo, aspirante candidata alla guida del quartiere Savena, che è stata maltrattata durante una riunione di partito. “La presidente Tullia Moretto - si legge sul Corriere - visibilmente provata e amareggiata dalle ultime giornate, ha denunciato di essere stata denigrata e colpita sul personale dai colleghi di partito. ‘Per usare un eufemismo le è stato detto che non aveva il physique du rôle per fare la presidente, che le sue caratteristiche fisiche non rispondevano ai canoni di un candidato. Insomma, che era troppo grassa’, sintetizza allibito Maurizio Ghetti, consigliere comunale uscente che era presente alla riunione”. Un altro caso alla Patrizia Bedori, la candidata del M5s di Milano che si è ritirata dalla corsa dopo essere stata definita “brutta e obesa”?

  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.