Gianroberto Casaleggio in una foto d'archivio (LaPresse)

E' morto Casaleggio. I cinque stelle perdono la loro stella

Marianna Rizzini
Il guru e fondatore del Movimento guidato da Beppe Grillo è morto questa mattina a Milano. Aveva 61 anni

Roma. Irrompe la notizia – “morto Gianroberto Casaleggio, co-fondatore di M5s” – e lì per lì quasi non sembra vero, e non solo perché due giorni fa, nonostante le condizioni di salute, era giunto dal web il suo “io non mollo”: non mollo il Movimento dell’“uno vale uno”, aveva detto, anche se era sempre stato chiaro a tutti che Casaleggio non poteva valere “uno” nel M5s dove tutto passava dal suo quartier generale e dove la sua opinione era quella decisiva.

 

Quasi non sembra vera, la notizia, anche perché attorno a Casaleggio si era già diffusa in vita una specie di leggenda, alimentata dalla sua impenetrabilità di uomo, imprenditore e “guru” della rete, come se tutt’attorno al suo personaggio  in qualche modo smaterializzato e proiettato in un futuro tutto-solo-web si fosse costruito il mito dell’extraterrestre che nel 2050 ci aspetterà tutti sul Pianeta Gaia, il mondo da lui immaginato molti anni fa: la “second life” su Google, successiva alla grande catarsi su una Terra che a lui pareva correre verso nuove piaghe, con guerra e apocalisse e resurrezione in veste di avatar, ma solo per i pochi in grado di capire il senso della rivoluzione politico-sociale-internettiana ancora in nuce.

 

 

E quando poi si capisce che la notizia è vera, non si può fare a meno di pensare che i suoi fan gli augureranno di essere già lì, su Gaia, a guardare la Terra ancora in parte non cablata, mentre il mistero resta: chi era Casaleggio? Un visionario? Un soldato? Un uomo d’affari? Un riservato o un dispotico? Intanto, sul sito di Beppe Grillo, è apparso il primo tributo del Movimento all’uomo demiurgo:

 

“Questa mattina è mancato Gianroberto Casaleggio, il cofondatore del MoVimento 5 Stelle. Ci stringiamo tutti attorno alla famiglia. Gianroberto ha lottato fino all'ultimo. "Sono un comune cittadino che con il suo lavoro e i suoi (pochi) mezzi cerca, senza alcun contributo pubblico o privato, forse illudendosi, talvolta anche sbagliando, di migliorare la società in cui vive." Gianroberto Casaleggio (dalla lettera al Corriere della Sera del 30 maggio 2012)

 

In questi anni il Foglio ha raccontato, indagato e provato a spiegare la figura di Gianroberto Casaleggio. Riproponiamo qui alcuni dei contributi più utili per scoprire chi era il guru del Movimento 5 stelle guidato da Beppe Grillo.

 

– Il suo amore per le foreste, l'aria da boss della Spectre e la "funzione che sa di tante cose" in questo vecchio ma attuale ritratto di Marianna Rizzini [Leggi l'articolo]

 

– L’ossessione della privacy, la casa nel bosco, nessun amico, le insalate in ufficio. E i misteri del bilancio. Qualche tempo fa Cristina Giudici fece una lunga e dettagliata indagine sul "guru senza identità". [Leggi l'articolo]

 

– Il Casaleggio di ieri, quello che si aggirava per la Webegg con le tavole dei “comandamenti” e poi pagava albergo e charter privato alla squadra di calcio aziendale, con parenti e tifosi al seguito, per la trasferta della “Logica World cup” a Praga, sembra smentire il Casaleggio di oggi, messia ombroso [Leggi l'articolo]

 

– Poche settimane fa, un'inchiesta di Salvatore Merlo ha portato alla luce i metodi di governo di Casaleggio sul M5s. Una lunga e dettagliata indagine alla scoperta di quali uomini e con quali mezzi governa il movimento di Grillo. Il super potere di una nomenklatura [Leggi l'articolo].

 

– Che idee aveva Casaleggio sul futuro della società? Leggere il suo ultimo libro aiuta a rispondere alla domanda. Sospettati in gabbia e internet al potere [Leggi l'articolo].

 

– “Nella democrazia diretta non ci può essere democrazia”. Così Claudio Cerasa immaginava il discorso che Casaleggio non avrebbe mai fatto alla Camera [Leggi l'articolo].

  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.