L'attore Riccardo Scamarcio (foto LaPresse)

I vip dello spettacolo schierati con i No Triv: beautiful populism

Marianna Rizzini
Albano Carrisi e Riccardo Scamarcio, Emma Marrone e Luca Zingaretti: che cos’hanno in comune? Non tanto e non solo l’appartenenza al mondo dello spettacolo, quanto la comune fedeltà a una causa di più o meno sicura presa sull’opinione pubblica “anti". 

Roma. Albano Carrisi e Riccardo Scamarcio, Emma Marrone e Luca Zingaretti, i Sud Sound system e Sabina Guzzanti, Dario Vergassola e Caparezza, Ficarra e Picone e Michele Riondino: che cos’hanno in comune? Non tanto e non solo l’appartenenza al mondo dello spettacolo, quanto la comune fedeltà a una causa di più o meno sicura presa sull’opinione pubblica “anti” (a seconda dei casi: antigovernativa, anticasta, antiogm, antibanche, antilobby). Da qualche tempo, infatti, specie nella Puglia infelix dell’Ilva e della xylella (ieri) e delle trivelle (oggi), basta una serata del fine settimana, una piazza e una battaglia che tutto un mondo spesso sovrapponibile di cittadini esacerbati, con contorno di “beautiful” (attori e cantanti, perlopiù), s’avanza come un sol uomo dallo sfondo per dire “no” a qualcuno e a qualcosa, e “sì” a qualcosa d’altro, possibilmente a ritmo di musica.

 

E dunque domenica scorsa, a Bari, i “NoTriv” (sostenitori del “sì” al referendum anti-trivelle di domenica 17 aprile) si sono ritrovati nei pressi del teatro Petruzzelli con il governatore pugliese Michele Emiliano e con il leader Fiom Maurizio Landini per dire “non siamo servi dei petrolieri”: sventolavano bandiere da lotta di classe (anche se la “Coalizione sociale” di Landini ancora deve decidere che cosa fare da grande), ma soprattutto facevano presa gli interventi e i saluti audio, video e in carne e ossa dei “famosi” dei palcoscenici e delle proteste, da Emma Marrone (attiva anche nei giorni duri dell’emergenza xylella) ad Albano Carrisi, già protagonista della campagna “trova un guardiano” per gli ulivi colpiti dal batterio (e, secondo molti “beautiful”, a rischio abbattimento indiscriminato.

 


    

I cantanti Emma Marrone e Albano Carrisi


 

Emergenza che vai, Puglia che trovi: una volta è il Salento (concerto per gli ulivi suddetti), una volta è Bari (domenica scorsa), ma può essere pure Taranto, dove dal 2013, ogni Primo maggio, va in scena un “concertone” alternativo a quello tradizionale della Cgil a Roma. Organizza l’attore Michele Riondino, con il comitato autofinanziato “Cittadini e lavoratori Liberi e pensanti”: sfilano volti vintage delle precedenti piazze “NoB.”, come il comico Andrea Rivera. Non si è ancora capito, invece, se quest’anno tornerà il cantante Caparezza, che l’anno scorso si divideva tra Primo maggio alternativo e l’emergenza xylella, causa condivisa con Sabina Guzzanti, altro volto ricorrente delle antiche piazze viola e gialle (nel senso dei post-it di Repubblica), pochi giorni fa mobilitata in veste anti-trivelle.

 

Lo schema è sempre lo stesso: allarme “democratico” lanciato, cantante (o attore) cooptato – era successo anche nel gennaio scorso a Roma, per la “Notte dell’onestà” grillina, dove il Cinque stelle del set, Claudio Santamaria, era salito sul palco per un intervento indignatissimo in compagnia di altre facce celebri delle principali pellicole alla “Romanzo Criminale”, per una cosiddetta “festa” di denuncia e saudade manettara (parole richiama-pubblico di Santamaria: “Ho fatto un film che si chiama ‘Romanzo Criminale’ e sembra che questo film non sia ancora finito. Quindi, se siete svegli, se volete svegliarvi, tra coscienza e consapevolezza, e dire ‘io sono onesto’ e voglio eliminare la disonestà, venite”). Ma dalla primavera 2015 è la Puglia il terreno di base del tour d’indignazione collettiva coadiuvata da volti noti e spesso intercambiabili, ed è la Puglia la base di rilancio della mobilitazione politica antirenziana (Emiliano nel Pd, Landini fuori dal Pd – c’erano una volta i tempi delle grandi lotte di territorio tra Nichi Vendola e Massimo D’Alema).

 


GreenPeace: dalle profondità dei mari italiani un messaggio contro le trivelle (foto LaPresse)


 

Ed è nella Bari e nel Salento non ancora scaldati dall’estate delle tarante e delle pizziche che si concentrano oggi le speranze di “spallata” al Palazzo renziano, come un tempo nel centro di Roma, in Piazza Navona, prendevano forma, sempre con contorno “beautiful” e a cadenza annuale, i sogni bellicosi delle armate antiberlusconiane (invece dei grillini, c’era Antonio Di Pietro). “Stiamo difendendo la bellezza come bene pubblico, con la serenità di chi si difende dalle bugie perfino di governi amici che si sono infilati in tunnel brutti nei quali si fa prevalere l’interesse di pochi insignificanti petrolieri …”, ha detto Emiliano mentre la folla attendeva Scamarcio, e l’effetto dejà-vu si perfezionava.

  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.