Una scena memorabile dal videoclip del nuovo inno del M5s a Milano, “La Milano che non se la beve”

Non solo l'inno rap per le amministrative a Milano. Ecco tutti i capolavori musicali firmati M5s

Luciano Capone
E’ appena uscito l’inno del Movimento 5 Stelle per le elezioni comunali di Milano. L’autore è Simone Abbruzzi che ha inciso un rap dal titolo “La Milano che non se la beve” ed è una canzone che è un programma: privilegi, parchi, condivisione, ciclisti, pendolari e aria pulita.

E’ appena uscito l’inno del Movimento 5 Stelle per le elezioni comunali di Milano. L’autore è Simone Abbruzzi che ha inciso un rap dal titolo “La Milano che non se la beve” ed è una canzone che è un programma: privilegi, parchi, condivisione, ciclisti, pendolari e aria pulita. La parte più interessante è il ritornello con una rima baciata che spakka!

 

Questa è la Milano che non se la beve, / corruzione e inquinamento hanno vita breve. / Questa è la Milano e ne vedremo delle belle, / fanculo i vostri manager voto Movimento 5 stelle

 

 

Il Movimento 5 Stelle ha una lunga tradizione musicale, che parte con il primo inno che è sempre un rap, di Supa Cash dal titolo “Ognuno vale uno”.
Il cure del messaggio è nel ritornello:

 

Non siamo un partito, non siamo una casta, siamo cittadini punto e basta!
Ognuno vale uno, ognuno vale uno, ognuno vale uno, vale, vale, uno!

 

 

Sempre in zona rap c’è un altro inno, scritto da Fedez, per la manifestazione Italia 5 Stelle del 2014. Il titolo del brano è “Non sono partito” ed è un testo di denuncia e indignazione civile, che in pochi secondi spazia dall’omologazione indotta dai mass media alle intercettazioni dell’allora presidente Giorgio Napoletano, passando per la questione morale e gli attentati di Mafia. L’unica salvezza è il M5S, dice l’intellettuale organico Fedez

 

Dalla marcia su Roma / fino al marcio su Roma / c'è solo un MoVimento che va avanti / all'infinito.

 

 

Prima di Fedez, l’autore dell’inno di Italia 5 Stelle (del 2015) è stato un artista di pari livello come il cantautore Andrea Tosatto, che per l’occasione aveva inciso “Lo facciamo solo noi”, una semicitazione di Vasco Rossi

 

Lo facciamo solo noi / di non fare compromessi / di restar sempre noi stessi /per amore di onestà
Lo facciamo solo noi / di difendere l'ambiente / di arrestare il delinquente /che avvelena la città

 

 

Tosatto, che si ispira alla grande tradizione della musica leggera (e impegnata) italiana, è specializzato in cover, come la memorabile “Il marò non c’è più” (rivisitazione di “Si può dare di più”). Da notare anche l’eccellente lavoro sugli effetti speciali nel video.

 

Non preoccuparti, parti marò / devi fidarti, non dirci no. / Non si poteva tenerti qui! / Tu dacci retta, è meglio così... / Il Marò non c’è più / è tornato a Mumbai / il Marò resta là / anche se non vorrei / come fare non so, non lo sai neanche tu / ma l’Italia da un po’ non conta più.

 

 

Tosatto ha inciso anche altre memorabili hit come “Cosa resterà di questi euro 80” (cover di Raf) e “La notte dell’onestà” (cover di “L’anno che verrà” di Lucio Dalla), cantata dagli studios di Servizio Pubblico di Michele Santoro

 

Ti ricordi a Milano che bella botta in testa / all'Expo c'è la Banda Bassotti a sinistra come a destra
Il compagno Greganti è l'amministratore / un ladrone fin dai tempi di Craxi ripescato a San Vittore.

 

 

Sempre sul fronte delle cover c’è da segnalare Dado, autore di tantissime canzoni che ricalcano i temi dei grillini. Speciale menzione va a “Noi siamo gli ex dei 5 stelle” (cover di “Figli delle stelle” di Alan Sorrenti), che denuncia l’opportunismo e l’immmoralità dei fuoriusciti/espulsi dal movimento.

 

Coi 5 Stelle noi lo statuto insieme al blog rispettavamo / Coi 5 Stelle noi l'onorevole noi lo rifiutavamo / Al rimborso elettorale abbiam voluto rinunciare, mangiavamo in pizzeria / Noi fuori col kebab, quelli ostriche e champagne seduti con tre squillo: "fanculo Beppe Grillo" / Noi siamo gli ex 5 Stelle, lo stipendio prendo intero senza storno / Noi siamo gli ex 5 Stelle, dalla D'Urso ce sto andà 'na vorta ar giorno

 

 

Tra i gruppi emergenti sono da segnalare gli  Skitzomovimento, autori di un duro rap che parte con un intervento in Parlamento di Alessandro “Dibba” Di Battista e denuncia come sia stato possibile non votare Rodotà presidente

 

L’attacco è formidabile:

 

Mi sveglio, mi alzo, mi sbarbo / leggo un giornale by Marco Travaglio / tutto sembra resti nel dettaglio / e la Costituzione è il cambio del bersaglio

 

e il ritornello non è da meno:

 

Dimmi perché tu non hai votato Rodotà
la gente in fondo in fondo molto in fondo che ne sa / dimmi perché tu non hai votato Rodotà / mentre l’Italia ruota, ruota, ruota, rotola

 

 

C’è poi l’inno per le elezioni europee del 2014 scritto da Felice Marra e intitolato “Pugni sul tavolo”, che in realtà parla di una lotta più ampia rispetto a quella da portare avanti nell’Europarlamento, quella contro il “diavolo del dio denaro”.

 

E sbatterò i miei pugni su quel tavolo / e urlerò tutta la rabbia che c'è in me / E lotterò con le mie forze contro il diavolo / del dio denaro che ha corrotto le anime

 

 

Infine c’è “La canzone a 5 stelle”, inno del Movimento 5 Stelle di Bologna, cantata dagli Anthera in “stile Ligabue” e con un testo scritto dal candidato sindaco Max Bugani

 

La nostra aria è sempre più inquinata / Nell'acqua c'è di tutto, l'industria è malata / Poi guarda la sanità, io non posso stare zitto / Non pensano alla salute, solo al loro profitto / Beppe grillo ci ha indicato la via / Ha acceso la luce, ci ha dato energia / E ora lottiamo per il cambiamento / Ora puoi scegliere il Movimento5 stelle

 

 

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali