I giustizialisti che vogliono la ghigliottina sulla piazza del Comune

Mario Sechi

Il caso Lodi, i toni da campagna elettorale, i numeri di una persecuzione giudiziaria da cui le istituzioni non riescono a difendersi

Quando c’è la magistratura in azione, il ciclostile del giornalista collettivo parte in modalità automatica. Il fenomeno va avanti da oltre vent’anni, le tirature dei giornali non ne hanno tratto alcun beneficio, i quotidiani si sono impoveriti nel linguaggio (imperversa il questurese) e nei bilanci, ma appena dalle procure esce un verbale, appena s’ode lontano un tintinnar di manette ecco strombazzare la fanfara del tutti dentro. Ci vorrebbe Alberto Sordi per dipingere questo quadretto italiano. A tutto questo contribuisce la politica che sbraca e si divide, cede sulla presunzione di innocenza, lascia che la giustizia sia una fiera di leoni, non riafferma principi di equilibrio tra i poteri e la supremazia del legislatore in materia. Sono errori gravi. Civiltà del diritto è non lasciare appesi alla gogna della clessidra gli indagati e gli imputati.

 

Fare giustizia significa processo giusto e tempi certi. Allungare la prescrizione? Secondo il magistrato Carlo Nordio siamo di fronte a una follia. L’arresto del sindaco di Lodi? Vedremo, sia colpito chi sbaglia. Ma leggete con attenzione cosa sostiene l’accusa, sono più che discutibili, perfino a Repubblica si sono accorti che qualcosa non torna, che siamo di fronte a teorie inquietanti e manette a tutti i costi.  E toh! siamo in campagna elettorale. Perbacco, la Lega di Salvini applaude agli arresti. Ma ci fu un problema con i diamanti padani? Tutto dimenticato. Tutto perdonato. Ma c’è un altro aspetto del dibattito intorno alla giustizia, riguarda il ruolo dei sindaci, il loro rischio quotidiano: ottomila comuni, oltre 400 mila dipendenti, una selva di norme. Finisci indagato anche se respiri.

 

Però la voce del popolo oggi dice che bisogna ghigliottinarli, i sindaci, soprattutto quelli del Pd. E l’esecuzione si va tutti a vederla in piazza, si legge, si ascolta, si commenta sui social. Che bella, la decapitazione. Peccato che l’Italia dal 1992 a oggi abbia pagato 630 milioni di euro di risarcimenti per indennizzare 25 mila vittime di ingiusta detenzione. Peccato che ogni anno in Italia vengano arrestate 7 mila persone che poi si rivelano innocenti. E poi c’è il Pd, questo strano partito, che si fa impallinare dai moralisti e reagisce senza citare numeri e fatti che sono la smentita del grillismo, degli sfasciacarrozze. Il Pd è il più grande partito italiano, ha oltre 380 mila iscritti, è di gran lunga il più democratico nella selezione del personale politico e il più trasparente nei bilanci, in Europa è il partito della sinistra più importante per numero di voti e parlamentari. Oltre 1.200 sindaci in Italia sono stati eletti in liste di centrosinistra, molti sono del Pd. Oltre 5.700 sindaci in Italia sono stati eletti in liste civiche, molti sono del Pd. Tutti criminali? La questione morale è quella di un paese che non riesce a difendere la sua classe dirigente, gli italiani di buona volontà, dall’assalto alla diligenza dei populisti che cavalcano il drago del giustizialismo. Tanti auguri.

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