Il fondatore di Repubblica, Eugenio Scalfari (foto LaPresse)

Solidarietà a Scalfari

Maurizio Crippa
Bisogna esprimere solidarietà, una solidarietà pacata e scevra da polemiche, al fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari. Per due vicende che paiono contraddittorie, ma non lo sono. La prima è che per un ventennio il giornale di cui aveva lasciato il timone a Ezio Mauro ha condotto una battaglia senza se e senza ma contro qualsiasi idea di riforma dello stato.

Bisogna esprimere solidarietà, una solidarietà pacata e scevra da polemiche, al fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari. Per due vicende che paiono contraddittorie, ma non lo sono. La prima è che per un ventennio il giornale di cui aveva lasciato il timone a Ezio Mauro ha condotto una battaglia senza se e senza ma contro qualsiasi idea di riforma dello stato (bastava provarci, ed era piduismo). E ora il massimo interprete nell’ultimo decennio della necessità di quelle riforme, Giorgio Napolitano, sta avendo tutte le ragioni dalla sua parte. Pure Repubblica lo ammette. Ma negli ultimi due anni, quando Scalfari si schierò in difesa di Napolitano, nei contenziosi con la magistraura e su altro, fu in pratica messo in un angolo. Aveva ragione l’ultimo Scalfari, solidarietà ex post.

 

La seconda vicenda è appunto la giustizia. La portaerei del giustizialismo va registrando, negli ultimi tempi, un cambio di rotta netto. Il vicedirettore di nomina Calabresi, Gianluca Di Feo, ha definito “disarmante e allarmante” la “nuova stagione giudiziaria”. Ieri Francesco Merlo, principesca firma, ha scritto una disamina delle parole del pm di Lodi che è la tomba e la sconfessione – se si tireranno le conseguenze – di tutto il “giustizialismo mesopotamico”, antropologico e moralista di cui Rep. è stata da sempre portavoce per conto di una sinistra manettara e del suo “partito dei giudici”. Per non parlare di Attilio Bolzoni che invita a “riflettere sulla strada che ha intrapreso negli ultimi anni l’Antimafia gridata”. Una svolta che forse oggi Scalfari condivide in pieno, ma c’è voluto un bel cambio di direzione, e non solo di direttore. Solidarietà per il tempo perduto, e per la retta via ritrovata.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"