Virginia Raggi e la setta dell'Alto passero
Il codice di comportamento del candidato divide il M5S.
Virginia Raggi che corre a sindaco di Roma l’ha firmato, il candidato a Milano no. Gianluca Corrado ha detto di non capire perché dovrebbe firmare, non è solito rilasciare cambiali in bianco, anche se poi ha fatto parzialmente marcia indietro.
La differenza si può spiegare con le prospettive elettorali dei due candidati, la Raggi è in pole position secondo gli ultimi sondaggi e sempre favorita al ballottaggio, Corrado con poco più del 15 per cento delle intenzioni di voto è a Milano il vaso di coccio tra Sala e Parisi. Ma c’è dell’altro.
La polemica getta una luce sinistra sulla terribile anomalia tutta italiana del M5s e sul mortifero obnubilamento di milioni di elettori.
Ecco cosa recita il codice deontologico, paragrafo 2, punto D, testuale:
E’ una cosa che non ha precedenti nella storia della democrazia e a ben guardare nemmeno in quella delle dittature, fascismo e comunismo avevano articolazioni interne del potere molto meno rigide.
Vuol dire che sulla scheda scriverete un nome ma se ne leggerà un altro: gli atti e la persona del primo cittadino saranno sottoposti al giudizio insindacabile di una struttura senza volto e senza nome, lo Staff, di cui si sa solo che è coordinato dai garanti che poi sarebbero Grillo, David Casaleggio che ha preso il posto del padre morto e altri due. Altro che piattaforma Rousseau, questo è il Credo militante dell’Alto Passero, chi sta vedendo quel capolavoro che è il Trono di spade (voto 10 e lode) sa di quali nefandezze una setta morale possa essere capace.
Anche Ambra sgambettava e parlava seguendo istruzioni che le giungevano dall’esterno attraverso l’auricolare. Ma lei era una ragazzina deliziosa e divertiva, non pretendeva di guidare una città di tre milioni di abitanti, la signora Raggi sì.
Ho scritto anche in questa rubrica che quella del Movimento sembrava una scelta azzeccata, buon curriculum, giovane, un volto aggraziato, un sorriso seducente.
Solo che in poche settimane ha collezionato gaffe, dichiarazioni maldestre, mostrato un programma di una sconcertante inconsistenza. Dice di essere in grado di tenere a bada da sola gli avversari, professionalmente e politicamente. Peggio vanno e più si esaltano.
BRUTTE LEGGI
Su una cosa invece il M5S ha ragione: opporsi alla proposta di legge appena licenziata dalla Camera sulla natura dei partiti e sulla democrazia interna da imporre come requisito essenziale. Ma a che titolo? Se io e altri mille vogliamo fondare un partito gerarchico ma non violento perché ci piacciono ordine e disciplina non possiamo farlo? Dobbiamo attenerci al codice farlocco del pensiero dominante per partecipare alle elezioni e chi siete voi per giudicare? Era forse democratico il Pci di Togliatti, il Pci di Berlinguer o il Pri di Ugo La Malfa o la Forza Italia di Berlusconi o magari il partito radicale di un solo leader per l’eternità?
La democrazia non si difende e non si rafforza con i divieti.
E’ dagli anni Ottanta che si susseguono e si rincorrono leggi proibizioniste, contro il negazionismo, l’antisemitismo, il razzismo, l’islamofobia e l’omofobia i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Gli antidoti alla demenza non sono nella legge ma nello scontro di idee.
E I SINDACATI ?
E poi c’è di peggio del partito non abbastanza democratico: il sindacato non socialdemocratico. In questi giorni è un no a tutto, soffiano sul malcontento di insegnanti che da trenta anni non si presentano a un corso di aggiornamento didattico, bloccano trasporti che cadono a pezzi, fanno sfilare i pensionati, bloccano le città, invecchiano la vita pubblica del paese, non riescono a fare battaglie per aumentare il reddito di salariati e pensionati e rifiutano relazioni industriali che non siano conflittuali: le Camusso le Furlan e i Barbagallo fanno comunque quello che vogliono. Sono al loro posto per aver vinto un congresso, lo strumento più manipolabile che ci sia. Ora a un partito politico si aderisce volontariamente, a un sindacato no, spesso è una necessità. A quando uno statuto rigoroso sulla rappresentanza sindacale?
MUSICA POUND
Manifesta oggi a Roma CPI, Casa Pound Italia contro la sinistra antagonista che qualche giorno fa ha assalito e distrutto un loro banchetto di raccolta firme. Contro-manifestazione della sinistra antagonista, si guarderanno in cagnesco dalle parti dell’Esquilino, di piazza Vittorio e Colle Oppio. Si chiude il cerchio. Può finire a schifio come spesso in tempi lontani. E magari no, magari finirà solo in urla belluine e traffico impazzito fino a sera, quando all’Olimpico si giocherà la finale della Coppa Tim di calcio.
Però la musica e i fumetti da una parte, la memoria dall’altra, non aiutano a seppellire le tragedie del ventesimo secolo. A Casa Pound, i fascisti del nuovo millennio, va di moda la Tana delle tigri, manga e animazione, ( è un mistero che la chiamino “anime” facendo traslitterazione e crasi proprio coloro che mettono Italia e italiani al primo posto), storie giapponesi di guerrieri addestrati alla sofferenza fisica e a ogni tipo di arte marziale. E ci sono i concerti di ZetaZeroAlfa, la band rock del leader della Casa che ha lanciato un brano demenziale, Cinghia mattanza, in cui gli spettatori si prendono a cinghiate ed è stato esportato pure in Francia dove è addirittura nata una federazione sportiva di “cinghia mattanza”, roba da matti.
FIAMME PARTIGIANE
Agli antagonisti che si apprestano a presidiare il corteo dei nuovi “fasci” ha dato il suo alto patronato l’Anpi, Associazione nazionale dei Partigiani italiani: invece di limare gli spigoli con la saggezza di chi le tragedie le ha vissute, invece di spiegare e raccontare, Carlo Smuraglia e i suoi rinfocolano. Proprio come stanno facendo con la riforma costituzionale, (per l’insieme dell’opera voto 2). Gli va bene che sui social si veda Casa Pound in fiamme e che qualche antagonista dica che sabato va manifestare con il lanciafiamme.