Scambiare il no col sì. Letterina a Renzi
Caro presidente del Consiglio Matteo Renzi, lei sbaglia. Ma siccome è intelligente e ha ancora tempo davanti a sé, correggerà l’errore nel senso che adesso le vado a dire. Perciò. Lei non ha troppo personalizzato la campagna referendaria di ottobre, lo ha fatto poco. E nel senso opposto a quello dovuto. Da adesso lei dovrà dire, dopo averci riflettuto, che si dimetterà non se vince il No, ma se vince il Sì. Con la vittoria del Sì, il mandato del governo cui ha dato vita, avrà coronato il suo compito e modernizzato il paese per quanto poteva. E lei potrà andarsene tranquillo dal governo, non dalla politica.
Anzi: decidere in tutta libertà se ricandidarsi o meno alla guida del governo successivo nelle nuove elezioni da svolgersi col nuovo metodo, lasciando decidere agli italiani se riaffidarsi a chi ha modernizzato, oppure ad altri. Lei dirà che se ne andrà, quindi, se vincerà il Sì. Essendo tra l’altro scontato che, se fosse il No a prevalere, verrebbe cacciato su due piedi dagli stessi che respingono ipocritamente quell’esito, e al di là delle sue intenzioni. Capisco come sia un po’ duro, dal punto di vista della propaganda (non della sostanza), rovesciare una parola d’ordine già lanciata. E scambiare il no con un sì. Ma è necessario, mi creda. Le dico anche questa: se lei prometterà di lasciare (il governo, la presidenza, non la politica) avendo vinto il referendum, e non avendolo perso, farebbe trionfare il Sì diciamo con un 70/80 per cento dei suffragi. Faccia abbastanza in fretta, Amorazzo nostro diletto. E bacini.