Il nuovo incubo di Viale Mazzini: la Rai si trasforma in Sky
Ero lì che mi fumavo la mia bella sigaretta sulle scale antincendio lato via Pasubio quando vedo passare uno: bel tipo, snello, vestito moderno, abito skinny, sbarbato, capello in ordine, scarpa lucida. E mi dico: anvedi, questo sarà l’ennesimo esterno che hanno preso, perché conciato così di sicuro non è uno dei nostri. E insomma, non so perché, sai quelle cose che ti restano in mente – mentre cammino per tornare alla scrivania sto giusto pensando che devo chiedere al mio collega chi è questo nuovo quando mi ferma una ragazza: camicetta, fresca di messa in piega, sguardo seducente: “Scusa, tu ti ricordi se questa cosa riguarda My Rai o Rai on demand?”. Non faccio tempo a dire “ma che cazzo stai a di’” che riconosco la voce: “Scusa, ma tu non sei la ***?”. “E lei: “Sì, certo, perché?”. Mi appoggio al muro: la *** è una segretaria di Rieti che sino al giorno prima girava in ciabatte per il corridoio, soprannominata – un po’ grevemente, mi rendo conto – la scorreggiona. Non capisco, inizio ad agitarmi, corro nella mia stanza, spalanco la porta e racconto tutto al mio collega: del tipo con l’abito skinny, della *** vestita da sexy manager e delle cose in inglese che mi ha detto. Lui – stupito – mi guarda e poi dice: “Guagliò, sta senz’ penzier”. Allora lì capisco, non ci vuole molto, tutti si sono già adeguati: siamo diventati Sky.
Solo che stavolta reagisco: eh no, questa azienda ha una storia, una sua anima. Questi corridoi sono stati calpestati per sessant’anni da gente come me, gente semplice: con le grisaglie, i documenti da presentare in duplice copia, le vacanze in Abruzzo, la macchina presa a rate con le agevolazioni, la filiale di banca interna. Ora non è che possiamo trasformarci così: io ho capito che Campo Dall’Orto nostro (iddio lo abbia in gloria) viene da Mtv, da Milano, però a tutto c’è un limite. Decido quindi seduta stante che bisogna organizzare una resistenza: e da dove deve partire uno per organizzarla? Non è forse vero che le prime brigate partigiane si costituirono nelle Prealpi, laddove ardeva più forte il fuoco della Libertà? Così non ho esitazioni: corro subito al primo piano dove resiste ancora qualcuno dei Vianello boys che tengono le fette di porchetta nei cassetti e in macchina ascoltano Venditti, nonostante Dariuccia abbia imposto le nuove regole per cui ora tutte sono vestite come Audrey Hepburn e per i corridoi senti la musica dei Sigur Ros.
“Regà: voi nun ce crederete…”, faccio per dire, ma trovo le guardie di rete che stanno perquisendo al muro uno dei Vianello’s: il vicino di scrivania si era accorto che al posto di guardare una puntata di “Making a murderer”, come previsto dal programma di rieducazione, stava guardando una partita degli europei mangiando pane e salsiccia. Il vicino krumiro ha cominciato a gridare: “Tu manciaaa!”, come il professor Birkermaier, e l’hanno catturato. “Cazzo”, mi dico, “forse è già tardi”. Così scappo, mi nascondo nei cessi, e sento due che parlano: “Semprini è bravo…”. Santo cielo, penso: siamo proprio all’invasione. “E poi Dariuccia va dicendo in giro che vuole un programma più tecnologico”. A quel punto, come un eroe partigiano della Brigata Garibaldi, esco allo scoperto: “Ennò, eh! Ma che cazzo state a di’! E Giannini? E le polemiche con Anza? Pure quelle ci volete togliere? Ma che ‘Ballarò’ è senza un corpo a corpo con Anza? Ma, dico: siamo matti? Questa è la Rai! Erre - a - i!”. Quelli mi guardano, non si scompongono, e mi dicono: “Infatti non si chiamerà più ‘Ballarò’”.
Questa è brutta, questa fa male, non me l’aspettavo, barcollo. Mi trascino agli ascensori gridando per il corridoio: “Ma che cazzo di Sky e Sky… pure l’Annunziata li ha mannati affanculo l’altro giorno”. Ma sono debole, sto perdendo le forze. “Forse a RaiSue”, penso, “forse da lì, dalla rete che fu di ‘Annozero’, si può provare a organizzare una resistenza, un qualcosa che non ci trasformi in quella robballà”. Si aprono le porte dell’ascensore e al piano trovo una gigantografia di Mika: “Ti aspetto su RaiDue”, c’è scritto. E’ troppo, ho capito: abbiamo perso. Mogio, torno alla mia scrivania. “Siamo Sky”, mi ripeto, “Siamo sky”. Apro il pc, forse anche io dovrei vedermi questo “Making a murderer”, non so. Poi vedo un titolo: “Viale Mazzini: il ritorno di Santoro”. Penso: non è possibile, premo compulsivamente F5: aggiorna, aggiorna, aggiorna. Invece è tutto vero. Torna Santoro. E poi l’apoteosi: torna Gad. Gaaaad, cazzo, Gad! Mi appoggio indietro allo schienale, respiro e sorrido. Cara Sky, non ci avrai. Voi c’avete Gomorra, noi c’avemo Gad.