Il governatore pd Enrico Rossi (foto LaPresse)

Il dàgli alle banche è trasversale. Così il governatore pd Rossi imita Grillo (con tanto di vignette)

David Allegranti
Il M5s può trovare alleati nel partito del premier. Contro le banche e quei fetenti neoliberisti

Non sono soltanto i grillini a prendersela con le banche, rappresentate, nell’immaginario pentastellato, come famelici strozzini. Anche nel Pd c’è chi usa la stessa propaganda iconografica contro il sistema bancario. È il caso di Mao Zedong Enrico Rossi, che su Facebook ha pubblicato una vignetta già usata dal M5S per sceneggiare un comunicato contro il Pd. Nel disegno si vedono tre avventori, il sistema bancario che s’ingozza e ingrassa, i governi che versano da bere vestiti da maggiordomi e un poveretto secco come un chiodo a fare la parte della (povera) gente.

 



 

"Ora - scrive il presidente della Regione Toscana, candidato alla guida del Pd nonché aspirante Grande Timoniere - tutti scoprono l'intervento pubblico per salvare le banche. Se lo Stato con i nostri soldi salverà alcuni istituti di credito non deve fare regalie ai banchieri. I vecchi cda devono andare a casa e chi ha sbagliato deve pagare. I nuovi alti dirigenti devono avere stipendi equi e non rispondere a cordate politiche e di capitalismo parassitario". La vignetta, appunto, era già stata utilizzata dal partito di Beppe Grillo in un post sul Sacro Blog pubblicato l’anno scorso. "Nel Consiglio dei Ministri di martedì 23 giugno - si legge in un comunicato del M5S Parlamento pubblicato sul sito di Grillo il 27 giugno 2015 - è stato approvato a sorpresa il decreto legge sulla deducibilità delle sofferenze bancarie. Tradotto: il Governo destina nuove risorse finanziarie ai bilanci bancari mentre nulla fa per i redditi da lavoro e da impresa. Se fino ad oggi gli istituti di credito potevano spalmare la deducibilità sui crediti svalutati o persi nell'arco di 5 anni (ai fini Ires e Irap), da oggi potranno farlo in 1 anno. Il costo per le casse dello Stato oscilla fra i 3 e i 6 miliardi di euro. Quando le banche chiamano il Governo risponde sempre presente, mentre si vede costretto ad aggirare i pensionati con un ridicolo “bonus”".

 

Naturalmente la colpa è del governo Renzi ma anche del liberismo, aggiungeva il M5S, secondo cui "l’unico modo di far ripartire un'economia depressa in modo sano e sostenibile è aumentare l'occupazione e i redditi dei lavoratori, quindi i consumi interni. A giovarne sarebbero le nostre imprese, incentivate dai maggiori profitti ad espandere produzione e occupazione, e anche la finanza pubblica, che potrebbe beneficiare di una più ampia platea di contribuenti (i neoassunti). Il modello neoliberista invece dimentica la domanda e premia l'offerta, puntando tutto sulle esportazioni (che richiedono bassi prezzi e quindi bassi salari) e sul credito al consumo, che costringe famiglie impoverite dall'austerità a indebitarsi per mangiare e sopravvivere. Quando la bolla si sgonfia e i bilanci bancari vanno in affanno, non c'è problema: arriva il Governo delle banche e il casinò finanziario può ripartire!". Per fortuna ora i grillini possono avere alleati nel Pd. Contro le banche e quei fetenti neoliberisti.

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  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.