La satira involontaria di Brunetta: "Viva Travaglio, viva Zagrebelsky, viva l'M5s"
Quando Silvio Berlusconi, riunita la sua corte ad Arcore, ha deciso definitivamente per il “no” al referendum, a Gianni Letta sono state sentite pronunciare, con aria leggera ma impensierita, queste esatte parole: “Ma un ‘no’ intelligente”. Devoto com’è all’arte del raccordo e della logica, nonché dotato di quel dono provvidenziale che si chiama senso del ridicolo, il gran ciambellano intuiva il rischio sott’inteso nel ritrovarsi accanto a Carlo Sibilia e Marco Travaglio, a Gustavo Zagrebelsky e alla compagnia dei costituzionalisti che, con una certa accanita coerenza, già si opponevano alla grande riforma istituzionale sulla quale il centrodestra perse il referendum del 2006. E insomma, diceva Letta, con il tono di volpe consumata nell’arte: “Stiamo da quella parte, ma per carità non facciamoci notare troppo”.
Era preoccupato Letta. Eppure mai, crediamo, avrebbe immaginato possibile un gesto di spensierato autolesionismo come questo: “Viva Zagrebelsky, viva Travaglio, viva il M5s, viva il centrodestra unito se questo porta a un bel NO a Renzi”. Si tratta dell'ultimissimo tweet del prolifico Renato Brunetta. L’immagine che ne viene fuori – chiudete gli occhi e immaginate – determina ciò che nell’arte comica si definisce tecnicamente “incorporo di materiale di psogos”: un’iperbole che produce un aumento della potenza parodistica.