Guardare i video di Casaleggio per capire la parabola distopica del M5s
Roma. “Fatelo oggi, fatelo subito!”, “Non perdere quest’occasione!”, “Fallo anche tu!”, negli ultimi tempi sul blog di Beppe Grillo, con cadenza quotidiana, vengono diffusi appelli ai militanti per ratificare sul sito le modifiche al Non Statuto e al regolamento. Sono intervenuti i big del Movimento 5 stelle, il “capo politico” Beppe Grillo in persona, il braccio destro della Casaleggio Max Bugani, il sindaco di Roma Virginia Raggi, ma lo spirito della votazione è stato sintetizzato dall’ex capogruppo al senato Nicola Morra: “Tocca a noi fare le scelte che ci sono state proposte. E’ quello che ci chiede Beppe”. Per votare c’è tempo fino al 26 ottobre, ma la ratifica delle modifiche allo statuto decise da Grillo e Casaleggio jr. ha bisogno per legge di un quorum elevato, pari ai tre quarti degli iscritti certificati e quindi circs 100 mila votanti, un obiettivo quasi impossibile perché mai toccato in nessuna consultazione.
Si capisce pertanto il perché del pressing dei vertici del partito, che però non si limita agli appelli sul web, ma continua via mail con ripetuti inviti a votare per chi non l’ha ancora fatto. Modifiche decise da Grillo, metodo di votazione deciso dal centro, voto controllato dalla Casaleggio, richiamo dal cervellone centrale per chi non ha votato: se è democrazia diretta, si capisce facilmente chi è che la dirige. Solo un paio di anni fa sul Sacro blog il voto elettronico veniva denunciato come “un temibile inganno” da evitare in ogni modo, perché “è sempre manipolabile e non facilmente controllabile. In pratica favorisce il broglio e contemporaneamente ostacola i meccanismi di controllo”. In alcune precedenti votazioni, come ad esempio per le quirinarie, il M5s faceva verificare il voto da una società di certificazione esterna, cosa che è sparita. Così come per raccogliere e discutere le proposte dei cittadini l’idea di usare una piattaforma open source, cioè aperta e controllabile da tutti, come Liquid Feedback si è trasformata nella nascita di Rousseau, un sistema operativo proprietario che non garantisce trasparenza e concentra il potere nelle mani di Casaleggio.
Il Movimento 5 stelle era nato su tutt’altri princìpi: l’‘uno vale uno’, il potere distribuito dei cittadini che grazie alla rete scardinano i poteri costituiti, i monopoli e i corpi intermedi, dai partiti ai media passando per i sindacati. In poco tempo si è trasformato nel suo opposto: controllo degli iscritti, epurazioni, verticismo, “due minuti d’odio” contro i traditori, assoluta arbitrarietà del Capo politico, contratti shylockiani imposti dai Garanti agli eletti, massima trasparenza e massima opacità a seconda delle convenienze.
In questo senso sono molto istruttivi i video del guru Gianroberto Casaleggio, a partire dal postumo “Singularity”, che, come i precedenti “Prometeus” e “Gaia”, parte dal positivo cambiamento sociale introdotto dalla rete, e quindi dalla possibilità di costruire una società globale democratica, egualitaria e pacifica, per poi fare descrivere un futuro a tinte fosche, in cui una concentrazione oligopolistica e monopolistica del potere, proprio attraverso internet e le nuove tecnologie, finisce per opprimere l’umanità. Questi video non sono interessanti per il contenuto, riciclato da vecchi film e libri di fantascienza, post-apocalittici e distopici, né sono degne di considerazione le sue catastrofiche profezie (guerre mondiali, dominio delle macchine, innalzamento dei mari ed estinzione della razza umana), ma sono utilissime per capire la mentalità del suo autore e per leggere in controluce la parabola grillina. Voleva raccontarci il futuro dell’umanità, ma Casaleggio ci ha descritto la storia del M5s.