Referendum in cifre
Il Sì va meglio nelle grandi città, tranne a Palermo e Bari. Come è andato il voto nelle regioni
Facciamo un giochino, coi dati del referendum. Proviamo a vedere quanto pesa il colore politico di sindaci e giunte delle capitali di regione sul risultato elettorale del Sì. Per avere un responso il più possibile rivelatore di questo peso o influenza amministrativa sul risultato elettorale, il confronto è stato operato tra la percentuale ottenuta dal Sì nelle città capitali e la percentuale ottenuta dal Sì nelle regioni corrispondenti escludendo dal computo proprio i risultati elettorali delle stesse città capitali. Procedendo dal nord al sud, ecco allora i risultati per le più importanti città d’Italia. Poche osservazioni, dopo aver detto che le differenze possono non combaciare dello 0,1 per effetto delle approssimazioni decimali. Solo in due capitali, Bari e Palermo, le percentuali dei Sì risultano di poco inferiori a quelle ottenute rispettivamente in Puglia e Sicilia, al netto delle loro stesse capitali. In tutte le altre, il Sì è più forte che nel resto delle corrispondenti regioni, con differenze che vanno dal minimo di Napoli (solo +0,3 rispetto alla Campania) ai massimi di Milano e Roma (entrambe a +7,5 rispetto a Lombardia e Lazio), passando per quelle di minore spessore di Genova e Bologna (rispettivamente +1,8 e +2,0) e quelle più consistenti di Venezia, Torino e Firenze (rispettivamente +3,0, +3,6 e +4,2). Dunque il Sì va complessivamente meglio nelle grandi città (nelle dieci città italiane con oltre 300 mila abitanti – tra le quali rispetto alle città della tavola esce Venezia ed entra Catania – la percentuale dei Sì è di 2,3 punti superiore a quella delle corrispondenti regioni) e ha i suoi campioni proprio nelle due città più grandi d’Italia, governate da sindaci e giunte opposte: la Milano di Beppe Sala e la Roma di Virginia Raggi.
E, al riguardo, se possiamo parlare di effetto sindaco Pd a Milano, come la mettiamo col sindaco dei 5 stelle a Roma? Né va troppo meglio alla Appendino, giacché anche a Torino il Sì è un bel pezzo avanti rispetto al livello regionale. Ultima annotazione. Tra le grandi città di oltre 200 mila abitanti, il primato spetta però a Verona che vanta un notevole +8,2 punti percentuali dei Sì rispetto al risultato del Sì in Veneto senza le città di Venezia e, appunto, Verona. E anche qui l’effetto Tosi è evidentissimo, più ancora di quello Brugnaro a Venezia o Nardella a Firenze. I risultati quadrano, dunque, meno che per i sindaci 5 stelle, e segnatamente per Virginia Raggi a Roma. Che abbiano già cominciato a portare acqua al mulino dell’altra sponda? E’ ancor meno di un’ipotesi, questa, intendiamoci. E tuttavia l’interrogativo non è, alla luce di questi dati, così peregrino.