Se vuole salvarsi Renzi divorzi dal suo partito
D'Alema, Bersani, Emiliano, Speranza, Rossi, Cuperlo: tutti insieme appassionatamente per cacciare l'ex premier. Ma non sono solo le minoranze che possono fare le scissioni
Al direttore - Massimo D'Alema è impagabile (intervista a Stefano Cappellini, la Repubblica di oggi). È vero, aveva promesso di non occuparsi più della politica italiana dopo il referendum, ma non poteva restare insensibile al grido di dolore del popolo di sinistra. Ha quindi sentito il dovere di tornare in campo per unificarlo (dopo aver accusato un giorno sì e l'altro pure Matteo Renzi di non essersi ritirato a vita privata, come si era impegnato in caso di sconfitta il 4 dicembre scorso). D'Alema è favorevole a una legge elettorale che dia un ragionevole premio di maggioranza alla lista (non alla coalizione) che arriva prima, ma non ci spiega con quali ipotesi di alleanze (a meno che quel premio di maggioranza non sia poi tanto ragionevole). Infatti per lui, che è stato sempre al "centro della sinistra", Vendola è troppo mancino.
Inoltre, pur avendo inciuciato tutta la vita con la Dc, sente nell'asse Alfano-Franceschini-Delrio un insopportabile puzzo di scudocrociato. Poiché, poi, primum vivere deinde philosophari, registra con soddisfazione una consonanza di posizioni con Bersani, Emiliano, Speranza, Rossi, Cuperlo: tutti insieme appassionatamente per cacciare l'impostore, alias il guascone di Rignano.
Non basta. Il M5s non è più una costola della sinistra (come aveva sostenuto fino a ieri), ma una confusa accozzaglia di "persone e culture che rappresentano il malessere del Paese" (lo era anche il movimento fascista delle origini, e questo D'Alema dovrebbe saperlo). Infine, non ha ricoperto il ruolo di Alto Rappresentante della politica estera Ue perché i grandi Paesi non vogliono un ex capo di Stato (sic!) in una funzione di quel tipo" (gli antichi greci la chiamavano hybris).
Per concludere, non so cosa accadrà nella Direzione Pd di lunedì, ma se Renzi non vuole fare la fine dei capponi del suo quasi omonimo protagonista dei Promessi sposi, non gli resta che una chanche: preparare con cura il divorzio dal suo partito. Del resto, non sta scritto da nessuna parte che solo le minoranze possono fare le scissioni.