Raggi e i primi otto mesi di guerre capitali
Tra la salita al Campidoglio a oggi del “programma pazzesco che abbiamo scritto con i cittadini”, poco o nulla è stato messo in pratica. Una timeline sui problemi del M5s a Roma
Aveva detto quando era chiaro il risultato delle urne: “E’ un momento storico, una svolta. Hanno vinto i romani”. Perché proprio i romani l’avevano scelta come sindaco concedendole il 67 per cento delle preferenze nel ballottaggio del 19 giugno. Otto mesi dopo tre quarti di chi l’ha votata allora non lo rifarebbe oggi, Roma è paralizzata da una giunta che non con regolarità incredibile si sfalda, perde pezzi e ci mette settimane e settimane per recuperarle e della “nuova era” annunciata, quella grande “festa dei romani per la liberazione dalla mala politica”, non sembra essere rimasto che qualche post sui social network.
Tra la salita al Campidoglio a oggi, l’amministrazione capitolina ha visto ritardi e scaricabarili, addii e allontanamenti, inchieste e arresti e del “programma pazzesco che abbiamo scritto con i cittadini”, poco o nulla è stato messo in pratica, se non il no definitivo alle Olimpiadi, e quello momentaneo allo Stadio della Roma, che non era preventivato, ma è stato pubblicizzato come un regalo ai romani.
E così mentre Raggi continua a litigare via stampa e social con il suo assessore all’Urbanistica, reo di aver parlato un po’ incautamente a un giornalista della Stampa, l’amministrazione continua nel suo stato semi-comatoso, nonostante le iniezioni di ottimismo che il Sacro Blog continua a cercare di infondere alla cittadinanza.
Ecco una timeline della serie di insuccessi messi in fila da Raggi e compagni, pardon, “cittadini” in questi mesi di (non) governo.