I campioni della mediocre eccellenza
Il signor Berdini galleggia assessorilmente, invoca e ottiene solidarietà di casta grillina. Roma ha forse bisogno di simili competenze, ehm, ma i romani sanno che la cloaca è un progetto già realizzato molti secoli fa
Non sospettavo nemmeno l’esistenza di questo signor Berdini, diciamo meglio il prof. arch. delat. Ecc. ass. Berdini. Mi sono rapidamente aggiornato. Ho imparato a conoscerlo in questi giorni. Mi sembra proprio il tipo dell’italiano perbene o perbenista. Articoli sul manifesto, addirittura. Solida formazione di urbanista, forse un’eccellenza (ricordate sempre: in Italia le eccellenze sono mediocri). Amicizia o compagnonnage con Asor e con Rosa e con tutti gli altri della parrocchia “de sinistra” e pol. corr., ma che meraviglia di curriculum.
Io frequento solo delinquenti comuni, questi straordinari italiani perbene sono dotati di un senso dell’onore personale e di una moralità molto particolari, non ne sono degno. Viene fuori che il signor Berdini a un certo punto si è messo a parlare. A domanda risponde, adr. Il clima intorno alla depensante che regna sul Campidoglio, e come regna, si è fatto scuro, anzi losco. Arresti, risse, polizze vita eccetera. Allora Berdini affida a un giovane cronista della Stampa i suoi pensieri segreti, segreti nel senso che gli chiede di farli restare anonimi. I pensierini del signor Berdini sono questi: la Raggi è impreparata, è circondata da una corte dei miracoli che si è capata meticolosamente, insomma una banda, e l’agente assicurativo speciale al quale ha triplicato lo stipendio come suo funzionario capitale dopo la stipula di una polizza vita in proprio favore (e a sua insaputa, poverina) è il suo amante. Oh la la!, dicono qui a Parigi.
Ma non basta. Un grave incidente pettegolo, magari per sete o arsura da potere, può capitare in certi ambientini. E d’altra parte la corte dei miracoli aveva scelto lui come copertura. I casaleggiani ogni tanto prelevano un campione della società civile che presumono migliore di loro, più rispettabile, qualcuno che irradi un poco i Dibba e circonvicini con una luce speciale. E fanno la ruota del pavone, sono pronti a governare con competenza e competenti. Una volta è il professor Rodotà-tà-tà, che poi viene liquidato come ottuagenario, molto fine. Una volta è il prof. Becchi, anche lui alla deriva in senso politico, anche lui un tipo strano nel ruolo di pensante che deve compensare i depensanti. Stavolta era capitato all’arch. delat. Berdini. Vabbè, è arrivato l’incidente. Ma la cosa fantastica è come affronta un italiano perbene le conseguenze del malanimo suo confidato nel momento giusto sotto garanzia di anonimato. Primo. Dice che il cronista è un piccolo mascalzone. Elegante no? Poi dice che forse non voleva dire quello che ha detto, consegnandosi all’anonimato, ma viene fuori che ha detto quel che ha detto, aggiungendo un bel “tienimi fuori, eh!”.
A questo punto della storia il codice perbenista dell’onore e della moralità personale sembrano compromessi. Il signor Berdini galleggia assessorilmente, non se ne va con tante scuse alla sindaca e al cronista e all’amante, no, invoca e ottiene solidarietà di casta, è un’eccellenza dopotutto. Non solo non se ne va. Sceglie un giornale di datori di lezione, il Fattaccio quotidiano, un foglio su cui scrivono già monsignor Mogavero, un distinto prelato bergogliano ma molto ammanicato in diocesi, e la Lucarelli, una simpatica cronista mondana che ha dei problemi con gli archivi fotografici prelevati e rivenduti, e gli confida il suo progetto: restare in carica, a piè fermo, insomma infischiarsene, perseverare nell’eccellenza. Roma ha forse bisogno di simili competenze urbanistiche, ma i romani sanno che la cloaca massima è un vecchio progetto già realizzato molti secoli fa. Grazie.
L'editoriale dell'elefantino