Il fine vita primo banco di prova per la nuova maggioranza di Gentiloni
Il testo in discussione alla Camera spacca il Pd, agita gli uomini di Alfano mentre resta da capire la posizione degli scissionisti di Dp
Sembrava un dibattito pronto ad esser archiviato. Rinviato a data da destinarsi perché ora le priorità del Paese sono altre. Invece la morte di Dj Fabo lo ha riportato al centro all'agenda politica. E la "nuova" maggioranza guidata da Paolo Gentiloni già trema. Perché non sarà affatto semplice mettere d'accordo tutti, soprattutto ora che a sinistra del Pd è nata una nuova formazione che su temi etici e sociali sembra avere un'impronta più che definita.
Ma andiamo per ordine. Il testo che contiene le "Norme in materia di consenso informato e di dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari" (più banalmente il disegno di legge sul fine vita frutto dell'unificazione delle varie proposte presentate dai singoli deputati) è in discussione presso la commissione Affari Sociali della Camera che l'ha esaminata in sede referente. Doveva arrivare in aula già oggi, ma nell'ultima seduta la commissione ha rinviato tutto al 2 marzo in attesa che, entro il primo marzo, arrivino i pareri delle commissioni Giustizia e Affari Costituzionali. A quel punto il testo dovrebbe ottenere il via libera e arrivare in Aula. Ma qui inizia la vera battaglia. Perché la morte di Dj Fabo ha ovviamente scatenato tutti coloro che chiedono un'immediata calendarizzazione e approvazione della legge. Cosa che invece non piace all'ala cattolica della maggioranza. Che non gradisce affatto la mediazione a cui si è arrivati e che sperava di poter rinviare qualsiasi discussione all'autunno.
A questo punto la domanda è inevitabile: che i fa? Perché nel frattempo a sinistra del Pd sono nati i Dp. E anche se il governatore Enrico Rossi ha pubblicamente detto che una legge sul fine vita "non contribuirebbe a migliorare la situazione" chiedendo che queste vicende siano affidate "alla professionalità e all'eticità dei medici" è chiaro che, sull'onda dell'opinione pubblica, i suoi compagni di movimento potrebbero decidere di far sentire, per la prima volta, la propria voce intestandosi la battaglia.
Ci sono poi i renziani che, forse fiutando una certa difficoltà del governo sul tema, hanno già cominciato a chiedere una legge subito (vedi tweet del renzianissimo Andrea Marcucci qui sotto).
Come senatore mi sento responsabile di un Parlamento bloccato dai veti. Legge sul testamento biologico adesso. #fabolibero
— Andrea Marcucci (@AndreaMarcucci) 27 febbraio 2017
E poi ci sono Angelino Alfano e i moderati dell'ex centrodestra. Che forse alla fine molleranno, ma che nel frattempo non sembrano disponibili a cedere. Al punto che il capogruppo di Area Popolare alla Camera, Maurizio Lupi, arracca: "Noi tutti possiamo comprendere la disperazione di un uomo che non può più fare la vita che ha sognato, ma non abbiamo il potere né il diritto di definire per legge quando una vita sia indegna di essere vissuta e lo Stato possa quindi metterle termine". Certo, Lupi spiega che la discussione in Parlamento nulla centra con il caso di Dj Fabo. Ma basterà? A Paolo Gentiloni la risposta.