Contro l'anticasta tv, parla Gianfranco Rotondi
A “Quinta Colonna” gli danno del ladro e lui se ne va. “Così vincono i 5 stelle”, ci dice
Roma. Signora accigliata, berciante, in collegamento esterno: “Ci ridete in faccia? Ma che razza di persone siete? Imparate a vivere! Imparate a vivere! Vergognosi! Ladri!”. Gianfranco Rotondi, in studio (ah, la trasmissione è Quinta Colonna, di Paolo Del Debbio, di lunedì 13 marzo) non perde il suo aplomb: “Beh, mi sembra che si stia eccedendo. A questo punto, ritengo di dovervi lasciare. Non siamo venuti qui a fare le vostre marionette”. Accanto a lui c’è Antonio Razzi. Interviene Del Debbio: “Questi in piazza sono marionette? Lo sa che ci sono 4 milioni 700 mila poveri? No, non lo sa”. Rotondi: “Lei non può consentire in trasmissione che la signora chiami ladri me e Razzi”. Segue annuncio di querela, per l’accigliata signora e per il conduttore.
Rotondi, fiero oppositore degli anticasta, da tempo s’è scelto un ruolo scomodo, quello di difensore dei politici dagli strali del grillismo mediatico. “In studio c’era un clima di nervosismo – dice Rotondi al Foglio – con il solito collegamento esterno e i soliti applausi, non del pubblico pagante ma del pubblico pagato a gettone. In questo caso, il collegamento era con persone del M5S di Marigliano; era una finta platea anti fubetti contro il Comune, con la finta signora indignata contro la casta. Quando ha dato di ladri a me e Razzi mi sono alzato e me ne sono andato”.
Rotondi, ma chi glielo fa fare di partecipare a queste trasmissioni? “Non ero mai stato a ‘Quinta Colonna’. Avevo già affrontato ‘L’Arena’ sulla Rai ed ero stato invitato ad alcuni faccia a faccia con i Cinque Stelle su La7. E a La7 non posso fare nessuna obiezione, puoi parlare quanto vuoi: è il nuovo servizio pubblico. ‘L’Arena’ è più faticosa, ma comunque Giletti è un professionista. Non ero invece preparato a Del Debbio, che è un attore con delle finalità sullo scenario del momento e ha qualche aspirazione politica. E’ indubbio che ha creato una condizione di impraticabilità di campo”. E’ un modo per fare audience, Rotondi. “Beh, se stiamo agli ascolti, la performance migliore a Mediaset la fa Porro, che è tutto tranne che populista. Vede, il populismo porta solo a un dispiegamento dell’ego ipertrofico e sostanzialmente patologico di alcuni conduttori; serve a fidelizzare la parte più estrema dell’opinione pubblica, che a loro sembra essere fidelizzata ma in realtà è soltanto esasperata. E’ come avere per fans quelli che rigano le macchine del centro con i chiodi”. Oltretutto, dice Rotondi, “il succedersi di trasmissioni anticasta ha portato a un brodo di coltura su cui fondare il vero partito a vocazione maggioritaria, cioè i Cinque Stelle. Questi conduttori sono grillini a loro insaputa. E’ stato creato, così, un grande mercato con un solo forno, perché non esiste un altro partito che può competere con i Cinque Stelle quanto a demagogia. Sa, il mio è un elettorato marginale minoritario e con un po’ di puzza sotto il naso. Siccome sono l’unico a sostenere queste tesi impopolari, prima o poi gli effetti positivi ci saranno anche per me; anche io, nella mia miseria, ho un mercato unico e sono l’unico forno. Certo, ora sto allo zerovirgola e faccio fatica a fare le liste. Ma un domani potrò creare il Movimento Cinque Lune; d’altronde Grillo l’ha fatto a una certa età e io alla sua potrei creare un blog della politica. Bisogna solo aspettare; credo che dopo il vaccino di un paio di governi a 5 Stelle saremo pronti”. E ci stiamo arrivando velocemente, dice Rotondi. “Quando metti in cattiva luce i politici, li fai a fette, li sbertucci, anche un elettorato incerto che sta su Mediaset ti manda a quel paese e vota dall’altra parte. Anche perché qual è l’alternativa? Renzi ha fatto il grillino di complemento e ora si ritrova con indagati e gente sotto processo; al popolo grillino in seconda tutto questo, ora, fa schifo. Il centrodestra non sai chi è e cosa fa; alla fine quindi l’unica offerta politica coesa e che ha un mercato in dilatazione continua è quella dei Cinque Stelle. Io do per scontato che raggiungano la maggioranza relativa e che possano arrivare anche al 40 per cento. Con tutte queste trasmissioni, ci vuole veramente poco”. Pronti per un governo Del Debbio-Grillo?