Davide Casaleggio (foto LaPresse)

Casaleggio e i paraguru che portano acqua al mulino grillino

Claudio Cerasa

L’intervista a Otto e mezzo è stata un grande spot a Grillo, come ha ammesso anche Lilli Gruber. Ma il più grande spot è partecipare a un evento come quello organizzato a Ivrea

Al direttore - Poiché mi sfuggiva il senso di quasi tutto quel che dicevano Davide Casaleggio e i suoi amabili interlocutori a “Otto e mezzo”, ad un certo punto ho deciso di cambiare canale. Allora finalmente ho capito e mi sono rasserenato. Era una trasmissione non criptica, ma criptata.

Michele Magno

 

Avere un’intervista da Davide Casaleggio è un colpo giornalistico e si può anche arrivare a capire che si sia costruito per l’occasione un format muto, imbelle: Casaleggio non aveva nulla da dire, e infatti non ha detto nulla, e lo ha detto anche male, favorito dal fatto che i suoi interlocutori non gli hanno chiesto granché. L’intervista a Casaleggio è stata un grande spot a Grillo, come ha ammesso anche Lilli Gruber, ma il più grande spot a Grillo non è stato invitare Davide Casaleggio con due para grillini in studio. Il più grande spot a Grillo è un altro: è partecipare a un evento come quello organizzato oggi a Ivrea, sempre da Casaleggio jr. Ognuno è libero di legittimare chi crede – e per carità l’egemonia grillina non nasce oggi – ma quando si accetta un invito a una festa non si può dire partecipo alla festa senza essere d’accordo con le ragioni della festa: la festa di Ivrea è la festa di un movimento che calpesta la Costituzione, invita i genitori a non vaccinare i figli, truffa i cittadini con la balla della democrazia diretta, agita la forca contro i giornalisti, violenta le istituzioni della Repubblica, difende la post verità, gioca con la diffamazione, alimenta la gogna, punta a distruggere la democrazia rappresentativa. Ognuno è libero di votare ciò che crede e di portare acqua al mulino che desidera. Ma se si accetta un invito a una festa quantomeno non si dica chissenefrega del festeggiato. Guru sì. Paraguru no.

  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.