Strategia per far sopravvivere la sinistra progressista: fare l'opposto di ciò che suggerisce D'Alema
L'ex premier, che dal 2010 presiede la “più importante fondazione dei progressisti europei”, se la intende più con Civati e Corbyn che con Renzi e Macron
Al direttore - Vabbè, Renzi ha (forse) meno del 70 per cento, ma D’Alema rosica uguale.
Michele Magno
A proposito di D’Alema, piccolo dato significativo. Il nostro ex presidente del Consiglio presiede dal 2010 la Feps (Foundation for European Progressive Studies) e in sette anni di presidenza della “più importante fondazione dei progressisti europei” la situazione dei progressisti europei è più o meno questa: le uniche forme di progressismo ancora in vita, in Europa, sono quelle che hanno fatto l’opposto di quanto suggerito da Massimo D’Alema, e prima o poi qualcuno dovrebbe riflettere sul fatto che il capo della “più importante fondazione dei progressisti europei” oggi se la intenda più con i Civati e i Corbyn che con i Renzi e con i Macron. Bonne chance, monsieur Dalemenchon.