Beppe Grillo (foto LaPresse)

Elezioni amministrative, Grillo e il M5s verso zeru tituli

David Allegranti

Secondo exit poll e prime proiezioni il Movimento 5 Stelle è fuori da tutti i principali ballottaggi nei capoluoghi di provincia. E a Parma, anche senza Beppe, si conferma “l'effetto Pizzarotti”

Roma. Palermo, Genova, Parma. Il M5s al momento, stando agli exit poll delle elezioni amministrative, perde in tre città politicamente molto importanti per motivi diversi: Palermo è il capoluogo della Sicilia, dove a ottobre ci saranno le elezioni regionali, che il M5s punta a vincere, in modo da utilizzarle come volano per le prossime elezioni politiche. Genova è la città di Beppe Grillo, dove c’è stato il pasticcio di Marika Cassimatis, estromessa dal M5s dopo aver vinto le “comunarie” del movimento. “Fidatevi di me”, aveva detto tre mesi fa l’ex comico, annunciando il ritiro della candidatura della professoressa: “Mi è stato segnalato, con tanto di documentazione, che molti, non tutti, dei 28 componenti di questa lista, incluso la candidata sindaco, hanno tenuto comportamenti contrari ai principi del M5S prima, durante e dopo le selezioni online del 14 marzo 2017”. Poi c’è Parma. Il sindaco uscente Federico Pizzarotti, ex grillino, riduce il M5s, che aveva presentato un suo candidato, al lumicino. Laddove si dimostra che il franchising del M5s non è un’assicurazione sufficiente per vincere e che Pizzarotti gode di un consenso personale in grado di battere un brand consolidato come il M5s. Ma il M5s è, per ora, fuori dai giochi anche in due capoluoghi di regione come Catanzaro e L’Aquila (l'unica città dove potrebbe andare al secondo turno sarebbe al momento Taranto). Insomma, ancora una volta il M5s mostrerebbe di avere un serio problema di classe dirigente, come già si è visto nei comuni dove il movimento governa (si pensi a Roma). 

 

 

“Si sta profilando un disastro a 5 Stelle. Le amministrazioni a guida M5S hanno lasciato un segno negli italiani. Ora è più chiaro perché abbiano affossato una legge elettorale con i collegi. Bene il Pd ed il centrosinistra, praticamente ovunque al ballottaggio”, dice il senatore renziano Andrea Marcucci, lasciando capire quale sarà la reazione del Pd. Se questi dati vengono confermati, è una “sconfitta clamorosa”, dice Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e responsabile enti locali del Pd. “Siamo da alcuni anni in un sistema tripolare” e questi risultati vogliono dire che “a un anno dalla vittoria di Roma, messi alla prova del governo locale, c’è un giudizio negativo”. “Il combinato disposto Raggi-Appendino affonda il M5s”, twitta la deputata Alessia Morani. “I cinque stelle quando conta la credibilità del singolo candidato scompaiono dalle competizioni”, aggiunge Emanuele Fiano. “A occhio, Beppe, il Maloox del 2014 non dev’essere ancora scaduto”, dice Ivan Scalfarotto. Come nota però il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, alla sconfitta del M5s corrisponderebbe l’avanzata del centrodestra a queste amministrative. “Io non faccio il de profundis del M5s - dice Gasparri - che in termine di opinione esistono ancora, così come quando si sbagliò a farlo sul centrodestra, il centrodestra c’è e non solo a Genova ma in diverse realtà. Noi abbiamo fatto l’alleanza classica ed a Genova abbiamo una condizione buona dove il sindaco uscente nemmeno si è ricandidato autocertificando un fallimento. Il centrodestra ci può essere, vedremo lo scenario nazionale”.

 

 

I RISULTATI (PROIEZIONI)         

GENOVA PALERMO
BUCCI (cdx) 37% ORLANDO (csx) 42%
CRIVELLO (csx) 31% FERRANDELLI (cdx) 33%
PIRONDINI (M5s) 19% FORELLO (M5s) 18%

PARMA  VERONA
PIZZAROTTI 37% SBOARINA (cdx) 28%
SCARPA (csx) 29% SALEMI (csx) 24%
GHIRARDUZZI (M5s) 18% SALEMI (Lista Tosi) 22%

 

PADOVA  CATANZARO
BITONCI (cdx) 37% ABRAMO (cdx) 40%
GIORDANI (csx) 27% CICONTE (csx) 30%
LORENZONI (civico) 27% FIORITA (civico sx) 24%

 

L'AQUILA LECCE
DI BENEDETTO (csx) 48% GILIBERTI (cdx) 45%
BIONDI (cdx) 36% SALVEMINI (csx) 28%
CIMORONI (sx) DELLI NOCI (civico) 17%

 

MONZA TARANTO
SCANAGATTI (cdx) 40% BALDASSARRI (cdx)  23%
ALLEVI (csx) 39,5% MELUCCI (csx) 16%
SINDONI (M5s) 7,5% NEVOLI (M5s) 13%

  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.