Foto: www.nicolaporro.it

Dire “vaffa” al movimento del “vaffa”

Marianna Rizzini

Quando i conduttori nel loro piccolo si incazzano (Porro-Parenzo)

Roma. Capita che nel loro piccolo anche i conduttori radio e tv perdano la pazienza, specie quando, in veste di ospiti di altri conduttori o di oratori in qualche convegno, si trovino di fronte ai cosiddetti “Piccoli Churchill”, dalla definizione di Nicola Porro, vicedirettore del Giornale e conduttore di “Matrix”, come si vedrà protagonista di un recente episodio di pazienza persa (con rivendicazione della necessità di perderla), parallelo all’altro episodio di pazienza persa che vede protagonista David Parenzo, conduttore della “Zanzara”, reduce dal convegno dei Giovani industriali in cui ha potuto ascoltare nientemeno che Davide Casaleggio. Legenda: dicasi “Piccolo Churchill” un esponente del M5s cui sia stata attribuita – dalla Casaleggio Associati o da chi ne fa le veci – la temporanea e ufficiosa qualifica di portavoce incaricato di recarsi in un salotto televisivo o convegno o altro pubblico evento per esporre questa o quell’altra tesi a cinque stelle, previa assicurazione di civile trattamento da parte di conduttori e ospiti di questa o quell’altra trasmissione. Nei fatti spesso succede che il “piccolo Churchill” esponga le sue tesi e si trinceri dietro la frase mantra: “Noi ci rivolgiamo agli altri con educazione” ogni volta che qualcuno provi a confutare le suddette tesi. 

 

 

 

Quanto ai fatti, accade che, nel giorno post-elettorale 12 giugno, il cinque stelle Alfonso Bonafede si trovi nello studio di “Piazzapulita” a discettare di reddito di cittadinanza con Nicola Porro, e che Porro, dopo aver posto a Bonafede una serie di domande sul reddito di cittadinanza (per esempio: “Ma lo stato come fa ad offrire tre volte un lavoro a un disoccupato?”), a un certo punto non ne possa più (“ma lei come si permette di dire che non ho letto sta rottura di balle… risponda…”). E accade che, durante il suddetto recente convegno dei Giovani industriali, il conduttore della “Zanzara” David Parenzo si trovi al cospetto di Davide Casaleggio, e che dopo averlo ascoltato posti su Facebook un post sulla “democrazia diretta in cui parla uno e gli altri zitti”. E più Bonafede, di fronte a Porro, in stile “Piccolo Churchill”, si tiene sulla risposta standardizzata sulla “introduzione di liquidità”, più Porro sbotta. Anche perché, dice, interpellato in proposito, c’è da mandare un “vaffa” al Movimento del “vaffa”, quando il Movimento del “vaffa” si trincera dietro alla presunta educazione del “Piccolo Churchill” in studio per “non rispondere nel merito e accusare il giornalista di turno di non aver letto proposte che sentiamo da anni, e che per quanto mi riguarda sono pronto a discutere nel merito ma non se ti accusano di non aver capito niente, tu giornalista morto che cammina, come mi hanno chiamato i cinque stelle”. Ma quando “mi tolgo il cappello di conduttore e indosso quello di ospite”, dice Porro, “prima di entrare nella tomba da morto che cammina quattro cose nel merito voglio dirgliele. E voglio poter chiedere: come si può pensare che lo stato possa fare a un disoccupato tre proposte di lavoro? Come si definisce la cittadinanza? E’ stato fatto esattamente il calcolo sulle coperture? E se Bonafede vuole fare lezioncine da Piccolo Churchill, prima sconfiggesse i nazisti”. 

  

 
 
A Parenzo invece è capitato appunto di ascoltare il Piccolo Churchill per antonomasia (Casaleggio junior, appunto), recentemente insignito degli onori da visionario, oltre che da statista, in quel di Ivrea, durante la celebrazione del convegno “Sum01 – capire il futuro”. Dal post di Parenzo si evince disappunto innanzitutto per il modo: “Il giovane Casaleggio… ha una strana idea di democrazia… Arriva, non vuole farsi fotografie, mentre entra nella saletta ospiti vip (come fosse un crimine incontrare imprenditori ed economisti del cosiddetto establishment), rifiuta di farsi fare 3 domande dal palco dal sottoscritto, fa il suo intervento di 15 minuti in cui ci spiega che la banda larga è poco diffusa e che Uber sta brevettando delle macchine senza autista… ci voleva il giovane Casaleggio per sapere questo?…”. Avrebbe voluto chiedere, Parenzo, per esempio, “perché ci racconta di Uber e dei suoi successi e poi la Raggi a Roma difende i tassisti?”, ma niente. E se uno poi andava a riascoltarlo, Casaleggio jr, si perdeva nei suoi discorsi sui miliardi di euro “persi in burocrazia” (maddai?).
 
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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.