Giorgetti e Borghi ci danno una notizia sulla linea della Lega
L'area del partito che sa distinguere tra lotta e governo spiega da mesi che la linea sull’euro non è così inflessibile. Oggi scopriamo che quella parte del Carroccio è stata soppressa
Al direttore - Negli ultimi giorni in troppi si sono divertiti a inventare divisioni interne e cambiamenti di posizione della Lega su euro ed Europa. Chiamati in causa, sentiamo l’esigenza di replicare per ristabilire la realtà delle cose. Ci spiace per chi, forse timoroso della forte crescita del nostro partito, cerca di contrastarci con fantasiose interpretazioni ma la nostra posizione, democraticamente discussa e approvata a maggio all’ultimo Congresso di Parma con due nostre mozioni, è chiarissima, scritta e coerente da sempre. La riepiloghiamo in due righe per chi non avesse voglia di leggere i nostri documenti e per chi, magari, fa finta di non capire. Gli altri stati europei sono partner naturali e fondamentali per l’Italia ma l’Unione europea dopo Maastricht è diventata un mostro che danneggia tutti e soprattutto noi. Quindi noi vogliamo riscrivere tutti i trattati con l’obiettivo di tornare allo status di cooperazione pre-Maastricht che ha imposto moneta, parametri inventati di finanza pubblica e che col Fiscal compact è diventato ancora più assurdo. Pensiamo che uno smantellamento controllato e concordato di euro e trattati capestro sia nell’interesse di tutti. Se però dovessero dirci di no, non ci faremo umiliare come invece capita al Pd in ogni situazione, vedi beffa dei migranti. Noi saremo pronti a ogni iniziativa nell’interesse del paese e a tal proposito abbiamo idee e risposte concrete per gestire la transizione nel modo più graduale e sicuro per tutti i cittadini. Non ripeteremo l’errore della Grecia. A settembre faremo un convegno aperto a tutti in cui illustreremo pubblicamente alcune di queste proposte a tutela dei risparmi e delle imprese che ci consentiranno di presentarci al tavolo delle trattative in posizione di forza.
Giancarlo Giorgetti, vicesegretario Lega
Claudio Borghi Aquilini, responsabile politica economica Lega
Gentilissimi, grazie della vostra lettera, molto interessante. Effettivamente, abbiamo registrato l’esistenza di due linee all’interno della Lega. La prima (linea Salvini) dice che l’euro è il male assoluto e che bisogna sbarazzarsene. La seconda dice (sintetizziamo noi) che l’euro è il male assoluto ma che ci si può convivere. L’onorevole Giorgetti lo ripete da mesi. Lo ha accennato il 21 giugno durante la presentazione della nostra amica Veronica De Romanis (registrazione su Radio Radicale, minuto 10). Lo ha detto pochi giorni fa al Corriere. Domanda: voi volete uscire dall’euro? “Non siamo sciocchi, sappiamo bene che questo apre questioni delicate… è possibile non uscire dall’euro purché si riscriva Maastricht”. Inutile far finta di nulla. Una parte della Lega, quella con profilo più governativo, che sa distinguere tra lotta e governo, da mesi spiega che la linea sull’euro non è così inflessibile come potrebbe sembrare. Oggi scopriamo che quella parte della Lega è stata soppressa (i veri partiti funzionano così, onore al segretario) e che la linea è una e soltanto una: smantellare l’euro. La posizione è chiara. Una ragione in più – diciamo noi – per augurarci che anche il centrodestra faccia alle elezioni quello che ci auguriamo faccia il centrosinistra: together alone. Ovvero la Lega da una parte, Forza Italia dall’altra. Grazie per la chiarezza, e mi raccomando: da oggi in poi occhio ai convegni.