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Tutta la storia del bluff di Di Maio sull'operazione Canadair

Daniele Raineri

Telefonate sbagliate, contatti millantati. L’Europa mandava aerei contro gli incendi. L'onorevole M5s voleva aiuto dalle ambasciate, pure sbagliate

Roma. Il Corriere scrive che Luigi Di Maio è andato a Ventimiglia in missione da “premier”, tra virgolette. Il 12 luglio il vicepresidente dei Cinque stelle si era molto esposto a proposito dei roghi che devastavano quattro regioni italiane, come se fosse stato anche quello un test “da premier”, ed era stato sbugiardato dall’ambasciata francese. Come è andato davvero quel test ? Il Foglio ha fatto un giro di verifiche alle ambasciate per capire meglio, questo è quello che ha ottenuto. Il 12 luglio Luigi Di Maio ha chiamato l’ambasciata tedesca e l’ambasciata austriaca per ottenere aiuto per domare gli incendi e ha parlato con l'ambasciatore tedesco Susanne Wassum-Rainer. Ma sono state chiamate inutili, come l'ambasciatore tedesco ha gentilmente spiegato a Di Maio, perché tra l’altro la Germania e l’Austria non sono fra i quattro paesi europei che dispongono di aerei Canadair e anche perché in questi casi le richieste di cooperazione passano per il Meccanismo Europeo di Protezione Civile.

 

Il Meccanismo è un sistema che assicura contatti molto rapidi fra le protezioni civili dei vari paesi europei in caso di catastrofi naturali o di attacchi terroristici. Molto più rapidi, ovviamente, che provare a telefonare all’ambasciatore tedesco per tentare di farsi mandare aerei Canadair che la Germania non ha.

 

Di Maio aveva detto di avere passato una serata “attaccato al telefono” per chiamare “le ambasciate dei paesi confinanti” (in una versione) e “tutte le ambasciate dei paesi europei” (in un’altra versione che ha dato) visto che “il ministro degli Esteri non lo sta facendo” e che “alcuni ambasciatori si sono già mostrati disponibili”. Dei quattro paesi europei che hanno a disposizione gli aerei Canadair la Francia – come già si sa – non è stata contattata da Di Maio, la Croazia ha verificato e ha risposto di non essere mai stata contattata da Di Maio, la Spagna ha risposto “è la prima volta che sento questa storia, ma non posso dirlo con sicurezza perché ci sono i turni delle vacanze e forse l’ambasciatore non era a Roma”, la Grecia ha risposto “non ci risulta”.

 

Insomma, Di Maio ha fatto una scena madre ma ha suonato il campanello sbagliato per chiedere soccorsi. Inoltre ha accusato il ministro degli Esteri di non fare nulla, ma il ministro non c’entra con gli incendi, non deve agire perché infatti ci stava già pensando la Protezione civile attraverso un meccanismo istituito dall’Europa (la stessa Europa altrimenti detta negli ambienti sovranisti tanto cari al movimento Cinque stelle: “La dittatura di Bruxelles”… ). Ha citato l’arrivo degli aerei francesi, ma non aveva contattato nemmeno per errore l’ambasciata francese, più attrezzata di Austria e Germania se proprio uno vuole tentare la via diplomatica allo spegnimento dei roghi (forse per soffocarli con vassoi di tartine). Ha fatto insomma quello che farebbe un qualsiasi cliente di bar se avesse a disposizione i mezzi della vicepresidenza della Camera: “Chiama l’ambasciatore di Germania, facciamoci mandare gli aerei anti-incendio”.

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  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)