Gabanelli alla John Cabot University durante il conferimento di una laurea honoris causa. Foto LaPresse/Vincenzo Livieri

Gabanelli premier M5s?

Marianna Rizzini

Ipotesi, speranza o realtà? Il suo nome corre, lei dice “nessuno mi ha chiesto nulla”. Grillo fa scouting

Roma. Milena Gabanelli, già pilastro di “Report”, candidata premier per il Movimento cinque stelle. Milena Gabanelli, donna della discordia in Rai (per via di un futuribile tg-web da lei diretto), che fa da papessa straniera al movimento “dal basso”. Milena Gabanelli in prima linea in politica: ipotesi, speranza o la realtà? Da due giorni la voce corre tra Palazzi, partiti e movimenti. E anche se Gabanelli, interpellata dal Foglio, dice che a lei “nessuno ha chiesto nulla”, l’idea non sembra così peregrina a chi, osservando da vicino il M5s, pensa che Beppe Grillo, come dice un cinque stelle romano, “si sia convinto della necessità di allargare il campo delle personalità che possano aiutarci a crescere” (come si è potuto evincere osservando il parterre del convegno di Ivrea “Sum #01 – Capire il futuro” officiato da Davide Casaleggio e in teoria “senza politici”, ma zeppo di pensatori e figure di riferimento non così lontane dalla politica a cinque stelle, dal sociologo Domenico De Masi all’ex assessore della giunta Raggi Marcello Minenna, colui che si dimise in settembre per essere considerato possibile futuro ministro dell’Economia per il M5s in aprile). E sarà perché i tempi cambiano per tutti – e ci si deve prima o poi istituzionalizzare – o perché c’è un problema, nel Movimento che teorizza il governo degli inesperti ma quando va al governo (vedi caso Roma) ci si accorge che l’inesperienza paga poco. E insomma: se uno non ha il candidato premier già pronto e fatto non se lo può dare, devono aver pensato, a un certo punto, ai piani alti del M5s, dove pure il nome “Luigi Di Maio”, anche detto “candidato premier in pectore”, aleggiava a ogni minacciato crollo di governo (prima Letta, poi Renzi, infine Gentiloni). E così, da qualche tempo, quella che pareva la via naturale – movimento dal basso con candidato premier dal basso – non pare più l’unica possibile.

   

Ed è vero che non soltanto Gabanelli, già a fine 2016, è stata innalzata a possibile “personalità importabile”, ma anche il magistrato Piercamillo Davigo, ex pilastro di Mani pulite, ex presidente dell’Anm e presidente della II Sezione penale presso la Corte di Cassazione, è di recente finito in prima pagina per lo stesso motivo: come fosse lui, cioè, il vessillo che Grillo cerca per sottoporsi al giudizio delle urne con legge non maggioritaria e consensi alti ma non sempre del tutto rassicuranti (vedi amministrative). Ma Davigo non è rimasto a lungo da solo in campo nel toto-nomi, per quanto capace di incredibili (per un magistrato) maratone mediatiche da teletribuno. Nel M5s, infatti, non è stato mai dimenticato un particolare: Milena Gabanelli è stata la prima scelta della base grillina internettiana, in tempi non sospetti (Quirinarie 2013), come candidata al Colle. Figurarsi se non potrebbe essere rivotata in massa dalla pancia a cinque stelle, il prossimo autunno, come candidata premier. Ha dalla sua, Gabanelli, in questa ottica, l’essere una non politica di professione, l’essere donna (nel senso che di lei direbbero “finalmente cade l’ultima scheggia del soffitto di cristallo”) e l’essere a prova di indignazione rispetto all’ira epidermica dei cinque stelle da social network (scatenati contro di lei soltanto in occasione di qualche inchiesta di “Report” in cui si parlava dei proventi del blog di Grillo). E però Gabanelli è anche colei che ha opposto il gran rifiuto alla candidatura quirinaria, con lettera aperta sul Corriere della Sera nel 2013. Come finirà stavolta non si può sapere. Finora però Gabanelli non ha detto pubblicamente che cosa farà se qualcuno dovesse chiederle “se ti candidiamo, ci stai?”.

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.