Il Pd del futuro. Girotondo stainiano sulla "linea Martina"
Dopo l'intervista al Foglio del ministro dell'Agricoltura, Sergio Staino ha aperto una discussione con i suoi amici. Tra commenti positivi e dubbi, ecco cosa hanno detto
Pubblichiamo la discussione che Sergio Staino ha avviato tra i suoi amici a partire dall'intervista del ministro Maurizio Martina pubblicata sul Foglio del 2 agosto.
Cari amici,
nonostante le ferie ed il gran caldo tantissimi compagni hanno commentato l'intervista al vicesegretario Martina. La stragrande maggioranza in modo positivo anche perché, come si sa, chi non è d'accordo spesso è più reticente a parlare. In tutti i messaggi ci sono ampie parti di utile riflessione politica. Per questo ne ho tratto un florilegio forse un po' casuale ma comunque di indubbio interesse.
Un abbraccio a tutti
Sergio
Bravo Maurizio, anche se alla fine si torna sempre sugli stessi argomenti e sull'efficacia degli stessi. E cioè che l'essersi dissociati nasconde e ha sempre nascosto una visione autoreferenziale, fine a se stessa, retrograda, non al passo coi tempi, di miope respiro, quando non invidiosa, permalosa, e comunque sicuramente indecisionista.
Angelo Pelini
Caro Sergio
Le parole di Martina nell’intervista al Foglio mi paiono ben poste. Bisognerà passare dalle parole all’azione.
Aggiungerei che il punto centrale in cui si muove e si deve muovere il PD, coì come in senso ampio la nostra società, è la ricerca del bene comune, o di un’idea comune del bene comune, che è superiore all’idea individuale, o di sottogruppo, del bene comune.
Questo, ovviamente, comporta da un lato di sollecitare la nostra responsabilità personale nel proporre idee e progetti in cui crediamo; dall’altra, raggiunto un accordo ragionevole tra i proponenti, di sviluppare una capacità di rinunciare alla propria personale posizione e mettersi al servizio del progetto collettivo.
La capacità di rinunciare pare oggi più difficile da realizzare. Ma questa doppia responsabilità/capacità, può fare, o sta facendo, del PD un partito in movimento coi bisogno del nostro tempo; ed è un’educazione politica in cui tutti noi cittadini in generale dobbiamo operare.
Allaman Allamani
Caro Sergio, perché ti aspetti delle critiche? Ma davvero a sinistra c'è qualcuno e qualcuna che pensa che ci possa essere una via diversa perché una sinistra riformista governi, e tutti sappiamo quanto ne abbiamo bisogno, noi Italia, ma anche noi Europa, cercando di demolire il PD? Non ci voglio credere! Se così è allora prepariamoci ad essere "GOVERNATI" o da una destra Berlusconi-Salvini-Meloni o da Grillo-Casaleggio, vedi Roma. Per favore pretendiamo come persone che hanno la testa sul collo che si realizzi il progetto di cui parla Martina, per nostra fortuna.
Giovanni Bosco
Carissimo Sergio,
concordo appieno con te.
Insieme con altri compagni di "Mondoperaio", credo nella possibilità di una sorta di renzismo critico. Nello sforzo, cioè, di accogliere lo "spirito novatore" di Matteo Renzi senza con ciò rinunciare a discernere e a considerarci eredi di una tradizione.
Della mia simpatia per Giuliano Pisapia, poi, già sai.
Danilo Di Matteo
Caro Sergio,
è tutto talmente giusto da sembrare quasi banale. È quello che tanti pensiamo. Salvo un punto: Martina è troppo ottimista sul rapporto con Mdp. Vogliono la vendetta su Renzi e sul Pd. E se accettassero di allearsi la loro affidabilità sarebbe minima. Invece vorrei anche io un'alleanza con Pisapia. E ho sperato che il suo progetto fosse quello di portare verso un accordo col Pd non tanto i partitini di sinistra quanto gli elettori. Sembrava fosse così, lo scontro con Speranza mi aveva illuso, continuo a sperare.
Sergio Materia
Anche a me piace il ministro Martina, persona seria, mai sopra le righe. Penso che l’intervista al Foglio avesse lo scopo di sondare il terreno nella prospettiva di un “innesto”, come quello di Calenda-Pisapia (non a caso il Foglio nell’occhiello titola “il nuovo PD”). Ma anche l’area cosiddetta di sinistra, al momento confusa e velleitaria, vorrebbe Pisapia, a capo (a capo? ehm…) del suo schieramento “alternativo” al PD. La vedo dura e, sarò sincera, al momento non mi appassiono.
Grazia Valente
Rimango scettico sulle posizioni di Martina, perché le cose che dice non sono mai confermate da Renzi, porto due esempi: su Fincantieri la posizione del governo è giusta dice Martina; peccato che Renzi si sia affrettato a dire che non ha nulla contro Macron perché fa gli interessi della Francia. Ma allora l’Europa si costruisce sulle miserie tra stati padroni? Martina continua a sostenere le coalizioni su basi progettuali, peccato che alla festa de l’Unità di Modena o Reggio, Renzi ha fatto votare i presenti su coalizioni si o coalizioni no. Martina credo sia bravo, ma se non chiarisce con Renzi sembra il vice segretario di un altro partito.
Walter Gasperini
Dell'intervista a Maurizio Martina, mi è piaciuta la sintesi di programma - come sempre perché Martina è coerente e positivo.
Ma in questi giorni cresce la mia preoccupazione ad ogni tappa di Renzi nel suo giro d'Italia. Io mi ero illusa che il suo viaggio avesse il fine di conoscere da vicino lo stato d' animo delle periferie e ASCOLTARE. Invece si produce in battute e, forse, messaggi criptati. Sono preoccupata per il partito.
Sto leggendo con piacere "L'Accalappiatopi", di Marina Cvetaeva. Se pensi che la reazione alla portata inarrestabile della rivoluzione russa si manifestava con una voce poetica di questa forza, ti rendi conto della pochezza teorica e culturale dei movimenti politici - e del pubblico - di oggi.
Ripeto: sono preoccupata e delusa.
Sandra Festi
Il ministro Maurizio Martina è intelligente preparato bravo come sempre. Qual è la novità?
Un saluto.
Eles Paterlini
Caro Sergio,
è almeno da marzo (Lingotto) che vado dicendo che Maurizio è una risorsa preziosa, che ci garantisce il dopo-Renzi.
Ernesto Trotta
Ciao Sergio,
l'intervista al ministro Martina, pacata e realistica com'è, lascia intravedere qualche raggio di speranza.
Anna Benedetti
Ciao, che Martina sia molto bravo è fuori discussione. Concreto, pacato e riflessivo, quando parla si capisce subito che non lo fa solo perché ha la lingua in bocca o perché deve ripetere il solito copione. Purtroppo, caro Sergio, abbiamo a che fare con una sinistra (se così si può definire) totemica tutta presa da canti di guerra attorno a qualche terribile totem, incurante dei gravi pericoli che corre quel popolo ai cui interessi dovrebbe ispirarsi. Bah, speriamo bene e daje Martina.
Ciao
Giovanni Faggioni
Sì caro Sergio, quanto dicono in questo periodo Martina , Pisapia, Prodi e anche Orlando sono uno dei pochi motivi di speranza ...
Cari saluti
Marcelle Padovani
Caro Sergio,
sono d'accordo con te. La linea di Martina è ben espressa ed è l'unica in grado di aspirare ad un successo.
Mario Primicerio
Caro compagno Sergio,
L'intervista che hai condiviso dimostra ancora una volta il profilo di Maurizio Martina: quello di un uomo serio, a cui interessa più cosa fare, per cosa ci proponiamo e non con/contro chi stare. Un profilo che lo ha sempre caratterizzato, sia come segretario del PD lombardo (probabilmente uno di quelli più all'avanguardia come organizzazione) che come ministro dell'Agricoltura.
Manuel Tugnolo
Bravo Martina e bravo Renzi che lo ha voluto accanto e da nessuno di noi è considerato una nullità.
Tonina Santi
Bravo Martina! Una rondine non fa primavera e la storia ci è contro. Fino alla totale disfatta la "sinistra" si arrotola nel proprio "infantilismo" e sarà sconfitta perché ha deluso il suo "popolo" che ora va a destra, come sempre la storia ci insegna e ci ricorda.
Piero Pieri
Tutto giusto. Ma Martina parla col segretario, o deve parlare col Foglio per farsi capire?
Guido Clemente
Caro Sergio,non sono poi così ottimista sull’articolo di Martina che apprezzo e condivido, però penso che Matteo non possa unire quel mondo che tutti noi vorremmo.
Roberto Municchi
Peccato Martina sia così competente, attento, con uno sguardo al futuro. Dico peccato perché queste grandi qualità di uomo di partito lo tengono a Roma, come probabile uomo di spicco nel PD alle prossime elezioni (anche come candidato almeno alla vicepresidenza del consiglio, se non alla presidenza tout court). Sarebbe stato il candidato PD ideale per riportare la sinistra al governo della regione Lombardia dopo 25 anni di sciagurati esponenti del centro destra.
Alberto Callerio
Concordo con l'analisi e sul "salto" riscontrato nel personaggio. Potrebbe essere il vero Segretario del PD con un governo guidato da Gentiloni in grado di riaggregare la sinistra (no sclerotica) nel PD.
Franco Miliani
Grazie per l'intervista - finalmente un po' di saggezza.
Giuliano Scabia
Equilibri istituzionali