Una manifestazione di CasaPound contro la ius soli (foto LaPresse)

Dopo lo ius soli, i vitalizi. Così il Pd rischia un doppio boomerang

David Allegranti

Al Senato la maggioranza non ha i numeri per approvare la legge sulla cittadinanza che per ora viene tolta dal calendario dei lavori. E anche il ddl Richetti rischia 

Roma. Niente ius soli e chissà che fine faranno i vitalizi. La riapertura dei lavori parlamentari regala due boomerang per il Pd su due provvedimenti considerati prioritari. “Approvare lo ius soli - dice il capogruppo al Senato Luigi Zanda - rimane l’obiettivo prioritario ed essenziale ma serve una maggioranza e in questo momento non c’è perché anche i gruppi che lo hanno votato alla Camera non mostrano di volerlo votare al Senato”. Tutti nel governo e nel Pd, da Paolo Gentiloni ai vertici del partito, avevano assicurato l’impegno per far approvare prima possibile il ddl sullo ius soli. Solo che “prima possibile” ognuno lo interpreta a modo suo e alla fine a esultare sono soprattutto la Lega, Ap e il M5s. “Vittoria della Lega: abbiamo affossato la legge sulla cittadinanza. Il Pd ha rinunciato allo ius soli, Zanda in capigruppo ha ammesso che al Senato non hanno i numeri per approvarla. Pericolo scampato, ma restiamo vigili e pronti alle barricate perché questo Paese ha bisogno di tutto tranne che di regalare la cittadinanza agli immigrati”; dice Gian Marco Centinaio, capogruppo della Lega Nord al Senato. L’errore della maggioranza è aver puntato su una legge giusta senza aver però verificato i numeri. Nel centrosinistra c’è chi teme che l’approvazione del ddl sullo ius soli sarebbe un regalo alla Lega, e d’altronde i tempi in politica sono tutto o quasi, ma il pasticcio è essersi spesi in una promessa senza poterla onorare.

 

 

Sui vitalizi rischia di esserci il secondo boomerang. Il ddl Richetti, già approvato alla Camera prima della pausa estiva, riprenderà mercoledì 13 il suo iter parlamentare in commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama. Anche qui però c’è il rischio che salti. In questo caso a esultare sarebbe il Ms5, la cui indignazione di rito è solo strumentale. Se il ddl sui vitalizi venisse procrastinato a data da destinarsi, si compirebbe così il capolavoro del Partito democratico: aver fornito un alibi a Grillo per poter gridare al solito complotto di Palazzo contro la “gggente”. Nel frattempo, oltretutto, il Pd ha fatto campagna elettorale per i temi degli avversari. Potrebbe venir fuori insomma un capolavoro di tafazzismo. I Cinque Stelle hanno capito che i vitalizi hanno creato non pochi problemi dentro il Pd, come dimostrano le sortite di Ugo Sposetti ma anche quelle di Zanda sui possibili profili di incostituzionalità. “Tutti i partiti difendono i vitalizi. Durante la conferenza dei capigruppo che ha deciso il calendario delle prossime tre settimane ho proposto la calendarizzazione in aula dell'abolizione dei vitalizi, approvata alla Camera ai primi di agosto. Tutti i rappresentanti dei partiti, dal Pd alla Lega passando per Forza Italia e Mdp sono stati muti come pesci snobbando di fatto la proposta di calendarizzazione. Un silenzio che dimostra la loro volontà di affossare la legge Richetti”, dice Enrico Cappelletti, capogruppo del MoVimento 5 Stelle Senato. Alla voce del manuale della politica “Errori da non fare” c’è proprio quello che il Pd sta commettendo sui vitalizi. Ed è un errore surreale se si pensa all’attuale fase storica, in cui persino i populisti su alcuni temi hanno cominciato a rinnegare il populismo.

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  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.