Ecco perché i "sette nani" contro Di Maio potrebbero subito diventare sei
Vincenzo Cicchetti, 62 anni di Riccione, ha partecipato ad almeno tre diverse elezioni con l'Italia dei Valori. E dunque, stando al regolamento di M5s, non potrebbe essere ammesso alle consultazioni online per il candidato premier del movimento
I “sette nani” potrebbero subito diventare sei. O meglio: dovrebbero diventare sei. Sì, perché tra i sette semisconosciuti lanciatisi alla sfida di Luigi Di Maio per le consultazioni online del Movimento 5 stelle, ce n'è uno che, stando al regolamento pubblicato sul “Blog delle stelle”, non potrebbe concorrere per la carica di aspirante premier. Si chiama Vincenzo Cicchetti, ha 62 anni ed è nato a Coriano, in provincia di Rimini. Ma, soprattutto, ha partecipato ad almeno tre diverse elezioni politiche con l'Italia dei Valori. E per questo, stando alle norme imposte da Grillo e Casaleggio, non dovrebbe poter essere ammesso alle “primarie” online del Movimento.
In realtà lo staff ha approvato, in via preliminare, la sua candidatura. Proprio come quella degli altri sette. E appare bizzarro, perché il regolamento parla chiaro: tra i requisiti fondamentali richiesti ai candidati, viene ribadito sul post pubblicato il 15 settembre scorso sul sacro blog, c'è quello di non aver “mai partecipato a elezioni di qualsiasi livello con forze politiche diverse dal Movimento 5 stelle”.
E invece Vincenzo Cicchetti, imprenditore informatico che dirige una azienda di software alle porte di Bologna, sia nel 2009 sia nel 2010 ha tentato la fortuna politica tra le fila dell'Idv di Antonio Di Pietro. La prima volta fu per le amministrative, dove Cicchetti, nello stesso fine settimana del 6 e 7 giugno, presentò ben due diverse candidature: per le provinciali di Rimini nel collegio di Cattolica, nella coalizione di centrosinistra che sosteneva Stefano Vitali, e per le comunali di Riccione, dove raccattò la bellezza di sei preferenze. La seconda volta, nel marzo del 2010, fu per le regionali dell'Emilia-Romagna: Cicchetti fu uno dei tre iscritti nelle liste dell'Idv, che in quella tornata portarono voti al futuro governatore del Pd, Vasco Errani, addirittura in contrapposizione con la lista “Beppe Grillo – Cinquestelle”, forma embrionale del nascituro Movimento, che invece correva da sola.
Trascorsi, questi, di cui evidentemente lo stesso Cicchetti dovette ben presto pentirsi: e fu così che, in quello stesso 2010, tentò la redenzione prima iscrivendosi al Meet-up di Rimini, poi fondando dal nulla quello di Riccione e Cattolica. Nuova appartenenza, dunque, e nuove sfide politiche, per l'infaticabile Cicchetti. Che nel 2011 partecipa alle amministrative di Rimini – ma solo “come riempilista”, precisa lui nel suo curriculum fornito allo staff di M5s e debitamente corretto, come d'abitudine per i grillini, per nascondere le precedenti, poco onorevoli esperienze. E poi, nel 2014, ottiene finalmente la tanto sospirata elezione nel consiglio comunale di Riccione, dopo aver corso da candidato sindaco a Cinque stelle e aver raccolto il 16,7 per cento dei voti. E proprio nel corso di quella campagna elettorale, Cicchetti fece più volte pubblica ammenda. Lo fece anche nel corso di un'intervista ad un'emittente radiofonica locale, a inizio maggio, quando ammise: “Non sono nuovo alla politica. Sono stato nove mesi nell'Idv, lo confesso”. Mea culpa, quindi, ma attenuato da una giustificazione: “Bisogna contestualizzare. All'epoca, nel 2009 Grillo faceva spettacoli per Luigi De Magistris e Sonia Alfano, che erano candidati per l'Idv alle Europee, mentre Casaleggio gestiva il sito dell'Idv”. Non solo: “Lo stesso Grillo – aggiungeva Cicchetti – scriveva le prefazioni per i libri di Di Pietro”. E insomma il peccato resta, ma in fondo veniale, “perché l'Idv era già vicina” all'ideologia pentastellata. E poi, del resto, “nella vita anche le esperienze negative servono. E infatti – proseguiva Cicchetti – per capire cos'era la politica e cosa c'era dietro i partiti, i nove mesi dentro l'Idv sono stati preziosi”.
E sia pure. Ma se il regolamento del blog va ora applicato alla lettera, preziosi o meno, quei nove mesi rappresentano una macchia che non può essere lavata, nell'ottica rigoristica dei Cinque stelle. I sette nani alla sfida di Di Maio, potrebbero presto diventare sei.