La “nuova Europa” della strana coppia De Magistris-Varoufakis
Al teatro Politeama incontro tra l'ex ministro greco e il sindaco di Napoli. Che usa l'evento per dare visibilità a esponenti dei centri sociali e dei movimenti della città
Napoli. Luigi de Magistris e Yanis Varoufakis insieme a Napoli per “una nuova Europa dei Popoli”. L’evento, organizzato al teatro Politeama, era una delle tappe italiane dell’economista greco, in tour per presentare il suo libro “Il terzo spazio. Oltre establishment e populismo”, scritto con Lorenzo Marsili. Varoufakis si rivolge a tutte le esperienze politiche alternative allo “status quo”, come spiega, ed è per questo che intende dialogare con De Magistris. Il tono della convention è subito chiarito dal lungo applauso per il popolo catalano, coerente con l’immagine di Napoli città ribelle che il sindaco ha coltivato in questi anni.
Varoufakis parla della necessità di un’alternativa politica da costruire dal basso, e ammette il suo fallimento come ministro delle Finanze greco: uno stato da solo non può resistere alle istituzioni internazionali, ecco il motivo del suo nuovo impegno transnazionale. Al Foglio spiega di “essere d’accordo con la proposta di Macron di far eleggere i 73 europarlamentari lasciati liberi dalla Gran Bretagna in una lista comune” e che il suo sogno è “da greco poter votare per un francese o per un italiano”. Sul palco appare moderato e a tratti un po’ spaesato visto che la traduttrice incaricata di riportare in italiano i suoi interventi non conosce bene l’inglese, spesso distorce i concetti o perde parti importanti dei suoi discorsi. Il risultato è un pubblico diviso a metà tra chi non capisce ciò che si sta dicendo, e chi invece capisce, nota la differenza e rumoreggia innervosito. Varoufakis alla fine è costretto ad adattarsi e utilizzare frasi più semplici e brevi. Difficile creare una “nuova Europa dei popoli”, se il popolo non ti comprende.
La serata è più che altro una vetrina per De Magistris, che utilizza l’evento per dare visibilità a esponenti dei centri sociali e dei movimenti della città, che parlano di cambiare un’Unione “costitutivamente oppressiva e contro le classi popolari”, reagire “all’attacco del capitale e dei grandi industriali” e riscrivere “nuove costituzioni degli stati europei” perché le attuali “istituzionalizzano l’austerity”.
Il sindaco chiarisce subito il rapporto particolare che lo lega ai movimenti: Napoli non consente sgomberi, e intende: “ribaltare gli elementi fondanti delle politiche liberiste che non trovano casa nella costituzione”. Singolare la visione dello stato di diritto dell’ex magistrato: “Le leggi ordinarie svuotano la costituzione e rendono illegali le nostre delibere costituzionalmente orientate”, d’altronde “se una proprietà privata danneggia il territorio perché il comune dovrebbe tutelarla?”. Infine, il grido d’allarme: “Si sta preparando il grande fratello securitario, i poteri capitalisti devono rianimarsi con le guerre che producono soldi, comunità del rancore, terrorismo e migrazioni che a loro volta generano leggi e circolari che si fondano sulla paura del diverso. La repressione del dissenso sta già avvenendo: nelle altre città si vietano gli eventi culturali, non qui!”. E via applausi scroscianti.
A margine dell’evento, Lorenzo Marsili che insieme a Varoufakis anima il movimento Diem25, spiega al Foglio il motivo della tournée italiana di Varoufakis, che sta incontrando persone molto diverse, a Milano ha visto Pisapia, e a Napoli appunto De Magistris, due sindaci “arancioni” che hanno avuto esperienze amministrative molto diverse: “Non ci interessano le conte nazionali”, spiega, “il nostro obiettivo è creare un movimento europeo che porti avanti un programma transnazionale. In Spagna parliamo con il sindaco di Barcellona Ada Colau, in Germania con componenti dei Verdi, della Linke e dell’Spd ma abbiamo una grande rete anche in est Europa, come in Polonia e nel nord, come in Danimarca, dove il terzo partito ‘L’Alternativa’ ha deciso di aderire a Diem25”.
Marsili si mostra interessato alla proposta europea di Macron, che martedì scorso ha tenuto un lungo discorso sul futuro dell’Unione: “Siamo avversari di Emmanuel Macron, che però rispettiamo profondamente. Il nostro obiettivo per le prossime europee è riuscire ad avere con le forze liberali un dibattito sui temi europei e non un’elezione di mid term dei governi nazionali”. Per arrivare a un dibattito del genere, Marsili, come Macron, è convinto che: “Solo se creiamo partiti europei riusciremo a spostare il dibattito su quel livello. L’obiettivo finale è cambiare le istituzioni europee, il livello intergovernativo è contrario allo spirito originario”.