Così Forza Italia "torna sul territorio", come ai vecchi tempi
Quando ha visto la bozza del Rosatellum2, il Cav. ha rilanciato il "porta a porta". Parla Mallegni, ex sindaco di Pietrasanta
Oddio, tornano i collegi maggioritari, quindi l’elezione diretta (o quasi) del deputato e del senatore della città (o della zona, nel caso si viva in una grande città). Forza Italia dal Porcellum in poi ha abdicato al ruolo di organizzazione politica “pesante”, di quelle che si usavano nel Novecento: basti dire che non fa un congresso (vero) dal 2012, quindi dovrà pure lei rimettersi in moto per non farsi sopraffare da Pd, M5s e, soprattutto, dalla Lega Nord. Quando al Cavaliere è stata sottoposta la bozza del Rosatellum 2, subito ha focalizzato il problema, teorizzato la necessità di “tornare sul territorio”. E così, consigliatosi con Gianni Letta e Niccolò Ghedini, ha deciso di farlo tornare a “battere la strada”, a quella sua prima idea del “porta a porta” che gli ha fatto vincere così tante elezioni dal 1994 in poi. Come si fa, dopo così tanto tempo? Innanzitutto completando il puzzle degli incarichi regionali e, soprattutto, sollecitando l’individuazione di un “coordinatore” per ciascun collegio maggioritario, che saranno 225 in tutta Italia per la Camera dei deputati. Il “responsabile di collegio” che si immaginano ad Arcore è una specie di manager della campagna elettorale, chiamato a gestire le diverse fasi e, ovviamente, pure a cercare e trovare contributi e finanziamenti, che saranno vitali dal momento che il Cavaliere non potrà metterci molto del suo come al solito. Sarà questa figura, “come una formichina”, a svolgere il lavoro preparatorio della campagna elettorale, per i prossimi sei mesi. Chi individuerà i coordinatori di collegio? Berlusconi, ovviamente, esaminando i curricula e le indicazioni giunte dai coordinatori regionali. Sembra facile. “Possiamo contare su sindaci e amministratori locali come consiglieri regionali, persone di qualità’ e delle quali, oltretutto, abbiamo già avuto modo di misurare il consenso dal momento che sono eletti con sistemi che prevedono le preferenze”, spiega Marcello Fiori, coordinatore nazionale enti locali di Forza Italia. Non tutti i volti più noti e popolari, però, potranno scendere in campo direttamente, impegnarsi nella campagna elettorale e poi candidarsi. “La legge impedisce ai sindaci dei Comuni con più di ventimila abitanti di candidarsi alle Politiche se non si sono dimessi sei mesi prima della scadenza naturale, quindi il 14 settembre scorso”, aggiunge l’ex numero due della Protezione civile.
L’unico forzista a essersi dimesso per tempo – il 13 settembre scorso – è stato Massimo Mallegni, sindaco del Comune di Pietrasanta, che potrebbe essere il candidato nel collegio maggioritario della “sua” Lucca e magari vincere come aveva fatto – a sorpresa, dopo una incredibile vicenda giudiziaria –, due anni fa, in Comune, riconquistandolo dal Pd. “Certamente ciascuno di noi sarà chiamato a dare un contributo e Forza Italia ha un’ottima rete di amministratori sulla quale potrà contare”, dice Mallegni, senza sbilanciarsi.
L’input a coinvolgere gli amministratori per ricostruire una rete capace di essere competitiva è proprio dell’ex premier, che non convoca da oltre un anno – era il 22 settembre 2016 – l’Ufficio di presidenza di Forza Italia, ma ha riunito più spesso, con cadenza quasi trimestrale, i coordinatori regionali. “Dobbiamo riaprire le sedi e tornare tra la gente”, è l’imperativo. Berlusconi, che aveva importato per primo in Italia il concetto di “partito leggero” fatto di Club e non di sezioni, che si fonda sulle adesioni e non sulle tessere, oggi vuole mettere in piedi – last minute – un partito “pesante”, tradizionale, anche se solo per pochi mesi. Mallegni si è mosso in anticipo anche su questo: lo scorso 17 luglio ha riaperto la sede di Fi a Viareggio dopo moltissimo tempo, ha piantato una bella bandierina. Altre sedi – temporanee e non – riapriranno nei prossimi mesi, sul modello dei Comitati elettorali americani. Il 10 novembre, alla riunione degli amministratori locali di Fi, si parlerà pure di questo.
Paolo Emilio Russo