Sergio Mattarella (foto LaPresse)

Mattarella e il perimetro anti sfascio

Claudio Cerasa

Bordate contro pm da talk show e creduloni no vax. Meglio di un monito

Il passo è sempre felpato ma la direzione è sempre più chiara e nel giro di pochi giorni il presidente apparentemente senza forte identità ha cominciato a mostrare qua e là quale debba essere il perimetro dell’Italia di buon senso alternativa all’Italia del populismo. Sergio Mattarella lo ha fatto prima colpendo al cuore i professionisti della repubblica giudiziaria (“La toga non è un abito di scena”) e poi osservando la disposizione in campo delle forze politiche sulla legge elettorale (una legge che Mattarella apprezza perché permette di dare alle forze politiche affidabili la possibilità di poter arrivare al voto con un piano A ma anche con un piano B). 

 

 

E lo ha fatto lunedì intervenendo contro la democrazia dei creduloni, alla cerimonia dei Giorni della ricerca al Quirinale, ricordando che “non possiamo accettare che nel Ventunesimo secolo acquistino credito credenze anti-scientifiche e che queste credenze ostacolino indispensabili azioni preventive come le vaccinazioni”. Niente gogna. Niente magistrati da talk-show. Niente sfascio sulla legge elettorale. Niente creduloni. Niente no vax. Il perimetro è chiaro. Il messaggio pure. I destinatari non ne parliamo. Forse, i segnali, messi insieme, sono persino meglio di un monito.   

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  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.