"Subìte pressioni". A Torino si dimettono i revisori dei conti del Comune
Dopo mesi di problemi sono arrivate le dimissioni in blocco. Nella lettera si denuncia "l’assenza di collaborazione” da parte del comune
Roma. Il collegio dei revisori dei conti di Torino si è dimesso in blocco oggi, denunciando “l’assenza di collaborazione dell’Ente” e le “pressioni” dell’amministrazione Appendino. Pressioni che “sono state fonte anche di disagi operativi e di incomprensioni”. Lo hanno messo nero su bianco nella loro lettera di dimissioni i revisori, tra i quali anche il presidente del collegio Herri Fenoglio. Non è un dettaglio e la storia è più importante di quella della consigliera comunale, Deborah Montalbano, che si è autosospesa per aver usato l’auto blu del Comune per andare a prendere la figlia a scuola.
I problemi tra l’amministrazione torinese e i revisori dei conti andavano avanti da mesi, ma erano esplosi a ottobre dopo il secondo avviso di garanzia per Chiara Appendino per falso in atto pubblico, indagata insieme al suo ormai ex capo di gabinetto Paolo Giordana e all’assessore al bilancio Sergio Rolando. L’amministrazione è stata accusata di aver tolto dal bilancio del 2016 un debito da 5 milioni nei confronti di Ream, una partecipata della Fondazione Crt che avrebbe voluto investire nell’area ex Westinghouse, dove nascerà il nuovo centro congressi di Torino. Cifra che però non è mai stata né versata né iscritta nel bilancio. I revisori che si sono appena dimessi il 27 aprile avevano chiarito con un parere che il debito verso la Ream avrebbe dovuto essere contabilizzato nel 2017 e non nel 2018 ma dopo l’approvazione del bilancio, avvenuta nella notte tra il 3 e il 4 maggio, avevano firmato un parere che autorizzava la posticipazione del debito al 2018, fatta a penna su un testo stampato. Come è stato possibile? Il presidente del collegio dei revisori Herri Fenoglio ad agosto aveva rilasciato un’intervista all’edizione torinese di Repubblica per raccontare che lo avevano costretto a cambiare data con un inganno. A novembre poi i revisori avevano bocciato il bilancio di previsione finanziario 2017-2019 e il bilancio consolidato 2016, scatenando la reazione dei consiglieri del M5s. “Revisori poco credibili, non ci fidiamo più”. L’epilogo è dunque arrivato con le dimissioni e la lettera: “I noti accadimenti degli ultimi mesi, di cui è stato dato ampio risalto nei quotidiani cittadini hanno generato difficoltà nello scambio delle comunicazioni ed ostacoli nell’attività di raccordo tra la struttura organizzativa dell’Ente ed il Collegio dei Revisori e tra quest’ultimo e il Consiglio comunale”.