Niente posti nelle liste del Pd a chi blocca Ilva e il futuro industriale di Taranto
Appello di una lettrice del Foglio al segretario Renzi: “Cosa voteremo il 4 marzo qui come altrove, la scienza o il populismo, la verità o le fake news, i ricatti o il progresso?”
Al direttore,
qualche giorno fa il Dipartimento mobilità, qualità urbana, opere pubbliche, ecologia e paesaggio della regione Puglia (nella figura del direttore nominato da Michele Emiliano, ingegner Barbara Valenzano, gia commissario Ilva, gia dirigente Arpa, già consulente della procura di Taranto per processo Ilva) ha inviato una lettera al ministro Gian Luca Galletti smentendo il comunicato del ministero dell'Ambiente di qualche giorno prima che ribadiva come, dai dati sulla qualità dell’aria raccolti ed esaminati dall’Arpa Puglia, non vi era negli ultimi 4 anni nessun allarme inquinamento per Taranto. Anzi, parametri sempre nella norma.
Quelle centraline, ha scritto l’ingegner Valenzano, misurano solo il traffico e non l’inquinamento ambientale. Galletti ha risposto che è la stessa regione Puglia a dover effettuare quei controlli, e che le centraline sono, appunto, di Arpa Puglia. Insomma la Regione che smentisce se stessa. A smentire la lettera della Valenzano è arrivato anche il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, che con una nuova ordinanza ha revocato la chiusura delle scuole (da lui ordinata) durante i giorni dei Wind Days ma impone ad Ilva il divieto di ripresa/messa a parco di materiale dei parchi minerali.
Quindi il pm10 e le centraline che fino al giorno prima misuravano solo traffico ora, secondo il sindaco tornano a misurare inquinamento industriale.
Il tutto, ripetiamo, senza nessun allarme inquinamento.
Durante tutto il 2017 a Taranto ci sono stati solo 8 sforamenti (di pochi mg) su 35 consentiti. A Torino ce ne sono 100 l’anno, ma non chiudono gli impianti, né le scuole, per 100 giorni. Né pare che i bambini di Torino abbiano un sistema immunitario più resistente. Come del resto gli adulti, che in effetti non si capisce perché, se le scuole devono chiudere con bambini che possono comunque circolare per strada ancora più esposti, non siano state chiuse poste, uffici e bar. Questa tranquillità ambientale non ci è data perché Ilva ha effettuato opere di ambientalizzazione, ma perché dal 2012 ha enormemente ridotto la produzione. Infatti tutti i dati allarmanti legati ad ambiente e salute che vengono spesso descritti come attuali sono in realtà risalenti a prima del 2012 quando c’erano ancora i Riva, Ilva a pieno regime e Afo5 accesso. Da allora lo Stato, cioè noi, ha perso 16 miliardi. Per poter tornare a produrre ed essere competitivi sul mercato servirà ammodernare gli impianti. Fino ad allora la produzione rimarrà sotto il limite dei 6 milioni di tonnellate.
Ma allora se è tutt’apposto questi Wind Days sono una fake news? Assolutamente no, furono inventati dall'Arpa guidata dall’allora direttore Giorgio Assennato proprio perché, essendo giornate più a rischio, l'Ilva doveva abbassare ulteriormente la produzione del 10 per cento, cosa che fa in ogni giorno segnalato di forte vento. E con questo meccanismo i dati tornano nella norma.
Allora a che pro privare prima i bambini del diritto all'istruzione, e ora rischiare il blocco impianti, senza una reale esigenza scientifica? Evidentemente prima hanno provato a tenere i bambini ostaggio della politica per aumentare l'indignazione popolare e scatenare allarmismo ambientale, ora che si sono resi conto, dopo 11 giorni di chiusura delle scuole dall'inizio dell'anno, che non potevano andare avanti così, hanno deciso di scaricare il tutto sull’azienda e quindi sui lavoratori già a rischio.
Come intuibile in questa faccenda kafkiana (che avrebbe già fatto scappare qualunque investitore) si mettono in discussione scienza, economia, lavoro e progresso. Nel frattempo leggiamo dalle cronache di palazzo che Michele Emiliano avrebbe chiesto a Renzi 20 posti in Parlamento per la sua corrente.
Allora segretario dimostri qui la sua coerenza: nessun posto per Michele Emiliano e i suoi seguaci. E non per ricatto. E non per centralismo democratico considerando che Michele Emiliano ha remato contro tutte le riforme più importanti del Pd degli ultimi anni (ha fatto referendum No Triv contro il decreto Sblocca Italia, ricorso contro la buona scuola, ricorso contro il Tap, e così per tutto). E neanche perché gli eletti di Michele Emiliano sarebbero i primi, in caso di vittoria del centrodestra a riversarsi in quelle fila per fargli raggiungere la maggioranza (lo dico considerando i continui legami, di cui leggiamo dai giornali, del governatore con parte del centrodestra pugliese sia in consiglio regionale, che nelle amministrazioni che nella formazione attuale delle liste).
Ma penso sia giusto per il fatto che il Pd ha basato questa campagna elettorale sulla verità contro le fake news, la scienza contro gli apprendisti stregoni, il progresso contro la propaganda. 20 posti sicuri in lista valgono 20 mila posti di lavoro, il futuro industriale del Paese, la serenità di una città, il valore oggettivo della scienza e l’amore per la verità? Cosa voteremo il 4 marzo qui a Taranto come altrove, la scienza o il populismo, la verità o le fake news, i ricatti o il progresso?
E poi Segretario, oltre le liste, si occupi anche di quello che sta succedendo a Taranto. Che Calenda è bravo, ma non è il segretario e non può gestire anche le istituzioni del Pd.
Annarita Digiorgio