Da rivoluzionaria a paracadutata nelle liste di Leu: le piroette di Anna Falcone
Al Brancaccio voleva le primarie e ora si trova nel partito di Grasso
Roma. “Non condividiamo operazioni calate dall’alto, né abbiamo accettato facili candidature”, diceva fino a poche settimane fa Anna Falcone, già telegenico volto del comitato del No al referendum costituzionale, di cui è stata vicepresidente. Falcone aggiungeva pure minacce di querele (vietato dire che sarebbe scesa in campo con chicchessia) e spiegava con perizia che lei è sempre stata contro le imposizioni di partito e per la democrazia dal basso. D’altronde era uno dei punti qualificanti della gloriosa assemblea del Brancaccio, quando ancora era in piedi la coppia Falcone-Tomaso Montanari e non c’era stata la scissione della sinistra-sinistra.
Alla fine però l’avvocatessa calabrese ha fatto una piroetta – una delle tante, a dire il vero – e ha accettato “l’invito di Pietro Grasso a dare il mio contributo alla competizione elettorale con una candidatura indipendente nella lista Liberi e uguali, che porti nel dibattito politico la battaglia per la difesa e l’attuazione della Costituzione”. E siccome Anna Falcone è contro gli uomini soli al comando, non poteva certo esimersi da consultarsi con una immaginifica base elettorale: “Non è una decisione che ho preso da sola, ma con il sostegno di tanti che hanno combattuto con me nella campagna referendaria e per l’affermazione di una democrazia compiuta e di una società più giusta e uguale. Il progetto di Grasso di partire dall’attuazione dell’art. 3 della Costituzione, di dare attuazione alla Carta e costruire una Sinistra più larga e moderna, coraggiosa nei temi e dialogante nei metodi, meritano fiducia e sostegno”. E’ un impegno, ha precisato Falcone, “che assumo in totale libertà e coscienza, nella consapevolezza di dare così la risposta più giusta e responsabile a quanti chiedono e si aspettano che la lotta alle diseguaglianze venga combattuta con il massimo della idealità e della concretezza possibile”. Montanari, che nelle scorse settimane si era espresso duramente contro lo schieramento di Pietro Grasso, l’ha presa sportivamente: “I miei auguri più affettuosi ad Anna Falcone che ha deciso di accettare la candidatura offertale da Pietro Grasso. Il mio giudizio su Liberi e Uguali non cambia, ma gli elettori che potranno votare Anna sanno di poter mandare in Parlamento una vera, grande amica della Costituzione”.
Leu però è in subbuglio, perché Falcone a quanto pare sarebbe paracadutata in Friuli, Campania e Lazio e i seggi certi a disposizione sono pochi, quindi figurarsi se c’è adeguata serenità per dare garanzie anche a chi arriva da fuori. Niente male per chi diceva di essere contro le imposizioni dall’alto. Ma d’altronde l’avvocatessa non è nuova a certi cambi di passo, diciamo. “Io mi ricordo Anna Falcone quando era socialista. Poi non ci fu posto in Parlamento e andò con Ingroia”, dice Tommaso Ciuffoletti, ex segretario del Partito Socialista di Firenze. Dal Psi Falcone si allontanò nel 2009, dopo essere stata responsabile nazionale delle pari opportunità. “Aveva perso la sua identità, e non rispettava lo statuto”, ha spiegato una volta. Lo statuto falconiano invece è molto liberale: appena tira una brutta aria, ci si dà alla fuga. Anche l’avventura con “Rivoluzione Civile” non è andata molto bene, visto il flop del partito di Antonio Ingroia alle urne. La sua candidatura alla Camera nel 2013 provocò pure un duello fra pm, Luigi de Magistris, amico di Falcone, e lo stesso Ingroia. “Lo scontro tra i cofondatori del movimento Rivoluzione Civile è insorto per la candidatura al numero 2 della lista per la Camera, l’unica che garantirebbe accesso a Montecitorio”, scrisse l’Espresso all’epoca. “Il sindaco di Napoli avrebbe voluto riservarla ad una sua amica personale, la cosentina Anna Falcone, avvocato amministrativista e docente a contratto di Diritto dell’assistenza sociale presso l’Università della Calabria, da un anno membro del consiglio d’amministrazione di Bagnoli Futura (controllata del Comune), su indicazione dello stesso de Magistris. Ma alla fine, Ingroia ha deciso di assegnarla invece a Gabriella Stramaccioni, direttrice dell’associazione Libera, dimessasi dall’incarico proprio perché il movimento le aveva chiesto la disponibilità a scendere in campo”. Risultato, la cosentina Falcone finì candidata in Lombardia. E’ insomma un metodo collaudato: un paracadute è per sempre.