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Quel genio di Berlusconi

Giuliano Ferrara

Il nuovo impegno con gli italiani verrà assolto, non è mica un bonifico

Ha detto il Cav. che per lui va bene qualsiasi soluzione per dopo le elezioni, ha derubricato a “impegno” il “contratto” con gli italiani stipulato quasi vent’anni fa. Realista, décontracté, arioso, aperto, pragmatico: ma cosa vogliamo di più dalla vita di Berlusconi e dalla sua ultima interpretazione politica? Potrà smentirsi mille volte nelle prossime due settimane, in campagna elettorale si dice un po’ tutto e il contrario di tutto, ma quando gli fugge voce dal senno, ecco che il nostro candidato preferito, per nostalgia del quale votiamo Renzi invitando tutti gli altri a votare lui, mostra il suo lato più serio, responsabile, di grande italiano, anche un po’ arci. Il genio, se uno non ce l’ha, non se lo può dare, ed egli ne è provvisto.

 

Nel ’94 l’Idiota Collettivo insinuò che fosse entrato in lizza per difendere la roba, lui rispose che difendeva tra l’altro la sua libertà di imprenditore. La sincerità di Berlusconi fu sempre roba squisita. E’ l’unico uomo pubblico al mondo che dice bugie per acclarare e diffondere la verità. Con queste dichiarazioni, unite alla rivendicazione di un lontano passato di coltivatore diretto, ché anche quello fa brodo, si è mostrato tra l’altro persona moderna, giudizioso assennato ragazzo del suo e nostro secolo, il XXI. Non si ritorna come si era stati. Ci si aggiorna. I comunisti, con il suo decisivo contributo, alla fine li ha espulsi Renzi dal sistema politico. E lui ne prende atto con viva cordialità in altre sublimi esternazioni. Il mio caro e leale amico non è certo un rancoroso, non insiste, semmai persiste, che è altra cosa.

 

Si è messo con Salvini, uno della nomenclatura basica, tipo razza bianca, ma lo fa perché sa che alla fine anche i cavalli matti possono servire. La signora Meloni, ché così lui giustamente la nomina, è una interessante cinghia di trasmissione. E c’è, non dimenticatelo mai, la quarta gamba, ohibò. Quelli che affrontano il suo comeback a colpi di corsivi infamanti, ricordando le sue malefatte in oggetto, questi pallidi questurini, non hanno fatto i conti con il suo delicato sorriso, con il suo rinnovamento nello spirito. Il nuovo Berlusconi è uomo disponibile, ha in uggia tutte le soluzioni intrattabili tipiche degli antipolitici e degli scalmanati, oppone la sua candida astuzia alla loro onestà-tà-tà. Egli è persona informata dei fatti, testimone epocale del nostro comune destino. Ne mastica. Il ridimensionamento della politica e il reimpaludamento delle istituzioni sono cose che per lui non hanno segreti. Anche la Merkel era evidentemente pronta a ogni soluzione, ne ha cercata una con i liberali, e ne ha cercata un’altra con i socialdemocratici. Che c’è di strano? I sistemi proporzionali impongono simili aperture all’incognito, al non già visto, e ispirano la fantasia dei costruttori di politica autentica.

 

Ci saranno problemi, se il Pd dovesse andare maluccio e il partito di Berlusconi non così bene come il suo capo si aspetta, ma nessun problema è irrisolvibile, posto che si sia in grado di cercare, negoziare e formulare patti. Contratti di governo. Diciamo pure impegni. Nel trambusto agisce una spinta convergente, di cui una persona sensata prende atto. E il Cav. è un europeo sensato, tasta il polso agli indici dell’economia, immagina l’appello alla stabilità e alla governabilità che verrà da ogni dove, sempre, in qualunque momento, specialmente da chi si dimenticò di lavorare per una vera governabilità istituzionalmente garantita. Libertà, prosperità, imprese dipendono come sempre dal nuovo miracolo italiano. Il vecchio contratto fu onorato in gran parte, ma nessuno volle riconoscerglielo, a parte l’integerrimo professor Luca Ricolfi. Il nuovo impegno sarà assolto, non è mica una cambiale, dopotutto, non è un bonifico che si possa ritirare con callida protervia, è una cosa seria, è il nuovo linguaggio politico di un leader popolare che puccia il biscotto nel populismo nordista, come ha sempre fatto, per lavorare poi a soluzioni nazionali attendibili. Può essere che ci sbagliamo, ma non ne sarei tanto sicuro.

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  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.