Diario di un candidato nella circoscrizione estero
Tra disparità economiche e crowdfunding, a volte è come essere un pezzettino di coccio in mezzo a vasi di ferro: perché la legge Tremaglia va riformata
Oggi, giovedì 1 marzo alle ore 16 ha termine il voto degli italiani all’estero. Ed è il momento di tracciare un breve bilancio della mia esperienza come candidato nella circoscrizione estero-Europa. Come è noto i cittadini italiani residenti all'estero votano con un sistema diverso da quello del loro paese regolato dalla legge del 27 dicembre 2001, n. 459, meglio conosciuta come “Legge Tremaglia”. Quest’ultima istituisce un sistema proporzionale puro con la possibilità di esprimere sino a due preferenza. Il problema principale della suddetta legge è quello del rapporto con il territorio. Il mio collegio elettorale infatti copre tutta l’Europa “compresi i territori asiatici della Federazione Russa e della Turchia”. E’ evidente come sia estremamente difficile fare campagna in uno spazio cosi’ esteso. In queste condizioni, una grande disparità sussiste tra i diversi candidati che devono andare a caccia di preferenze in ben 46 paesi senza poter disporre, peraltro, di nessun tipo di rimborso elettorale.
Sono ampiamente favoriti, dunque, coloro che hanno a disposizione ingenti disponibilità finanziarie per raggiungere fisicamente, o attraverso la posta, i potenziali elettori. Mi è stato raccontato come due candidati della mia stessa lista abbiano inviato per posta 170.000 volantini elettorali. Altri candidati hanno effettuato sino a 20, 30 spostamenti nei vari paesi, spostamenti che comportano considerevoli spese. La difficoltà del rapporto con il territorio è accentuata dal fatto che, nelle scarne informazioni che gli elettori ricevono sui candidati, sono specificati solo il loro luogo e data di nascita ma non quello di residenza. Se dunque l’elettore volesse esprimere la sua preferenza per un candidato che viva nel suo stesso paese non gli è dato saperlo.
Nel paese in cui vivo, la Francia, lo stato si fa carico di inviare per posta le “profession de foi” dei candidati alle elezioni. La predisposizione di un libretto in cui ogni candidato avrebbe a sua disposizione una pagina per presentarsi agli elettori costituirebbe, a mio avviso, un sensibile miglioramento della procedura. Questo opuscolo potrebbe anche spiegare meglio come funziona il sistema delle preferenze. Alcuni elettori, infatti non esprimono la preferenza pensando che, come avviene in altri sistemi elettorali, questa venga automaticamente attribuita secondo l’ordine in lista. Nel nostro sistema, l’ordine in lista, fissato in modo discrezionale dai partiti, ha un valore puramente indicativo e nessun effetto sull’attribuzione delle preferenze, ma ciò non è scritto da nessuna parte.
Riguardo alle disparità economiche tra i candidati, si potrebbe obiettare che esse potrebbero essere attenuate dal ricorso a diverse forme di autofinanziamento come il crowdfunding. Ma, a questo proposito mi preme sottolineare come, il mio mandatario elettorale, uno stimato professionista della piazza parigina, abbia impiegato ben 22 giorni prima di riuscire ad ottenere l’apertura di un “conto di campagna” (operazione resa peraltro obbligatoria dalla legge nel caso in cui si intendano sostenere delle spese superiori a 2.582,28 €). Dopo aver ricevuto tre rifiuti consecutivi da parte di banche francesi, ha dovuto, infine, procedere all’apertura del conto presso una banca in Italia. Quando siamo dunque riusciti ad avere un conto, la campagna era praticamente finita. Difficile in queste condizioni non avere la sensazione di essere un pezzettino di coccio in mezzo a vasi di ferro.
Il recente tentativo di riforma costituzionale, bocciato dal referendum del 4 dicembre 2016, avrebbe cancellato la Legge Tremaglia (è curioso peraltro rilevare che, malgrado questo, gli italiani all’estero abbiano votato con un’ampia maggioranza, il 64,7 %, in favore del Si). Non so se una soluzione cosi’ drastica sia adeguata ma, a conclusione di questa esperienza, peraltro molto appassionante, sono assolutamente sicuro della necessità di apportare dei radicali miglioramenti al sistema.
*L'autore è candidato “indipendente” sulla lista del Partito Democratico nella circoscrizione estero-Europa.