Luigi Di Maio (foto LaPresse)

Il grillino Mantero: "Di Maio premier? Basta parlare di nomi, pensiamo al programma"

Valerio Valentini

Intervista con il senatore del M5s: "Prima di pensare ai nostri possibili alleati, stabiliamo il programma che vogliamo realizzare. E facciamolo coinvolgendo i parlamentari e gli iscritti"

Le trattative, dice lui, le sta osservando da semplice spettatore. “Informato, certo, ma comunque spettatore”. E tuttavia Matteo Mantero (foto sotto) non rinuncia a commentare la complicata partita che dovrebbe portare, prima o poi, alla formazione di un nuovo governo. “Io resto nelle retrovie, a gestire la cosa sono Luigi Di Maio e pochi altri”, spiega il senatore savonese, uno tra quelli accusati di appartenere all'ala critica del Movimento 5 stelle, tra i meno entusiasti della svolta governista di questi ultimi mesi. Ma ci tiene subito, Mantero, a precisare che la sua non è una critica: “E' normale che sia un gruppo ristretto a trattare coi vertici degli altri partiti. Il punto, semmai, secondo me è un altro”.

 

Quale?

"Bisognerebbe passare, e subito, dalla fase del 'chi' a quella del 'cosa'".  

 

Si spieghi meglio.

"Finora siamo stati tutti molto concentrati nel definire le coalizioni, le alleanze. Io dico che invece dobbiamo smetterla di parlare di nomi, e cominciare a parlare di temi. Cos'è che vogliamo fare per il paese, se andiamo al governo?".

 

Ecco, che cosa?

"Non spetta a me dirlo. Per deciderlo, dovremmo innanzitutto parlarne tra noi".

 

Sta dicendo a Di Maio di dialogare meno con gli altri partiti e di più coi suoi compagni di Movimento?

"Sto dicendo che occorre capire quale è il programma che vogliamo proporre al nostro potenziale alleato".

 

Come?

"Coinvolgendo i gruppi parlamentari, ed eventualmente anche i nostri iscritti online, se lo si ritiene opportuno. E forse così si potrebbe peraltro superare anche lo stallo attuale".

 

In che modo?

"Nel momento in cui stabiliamo la nostra agenda, sarà più facile anche individuare il nostro alleato, ovvero quello che potrebbe permetterci di realizzare ciò che ci sta a cuore. Dovremmo subito stabilire quali sono i punti per noi prioritari, quelli su cui non transigere, e poi anche quelli su cui invece siamo disposti a trattare, ridefinendoli anche insieme agli altri partiti". 

 

E se alla fine, per ottenere il via libera sul vostro programma, vi vedeste costretti a chiedere un passo indietro a Di Maio?

"Per ora non è questo il nodo da sciogliere".

 

Ma se vi venisse posta come unica condizione per realizzare i vostri punti più importanti?

"Per me la priorità resta il programma, è ovvio. Ma per attuarlo, c'è bisogno di una figura di garanzia: e quel ruolo, per ora, nessuno lo ricopre meglio di Luigi".

 

Neanche un possibile premier esterno al Movimento, sareste disposti a valutare? 

"Al momento Di Maio è la migliore garanzia". 

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