Il governo Lega-5s dà tempo al Pd di trovare un nuovo candidato
Nel partito si continuano a fronteggiare due linee diverse, praticamente opposte. Ma l’Assemblea nazionale che dovrebbe eleggere un segretario o convocare un Congresso non si terrà a breve
Le voci che dal Colle giungono al Partito democratico dicono che Sergio Mattarella non boccerà il premier propostogli dal tandem Di Maio-Salvini. E sono voci che nel Partito democratico spengono le speranze di chi, dopo la notizia che Giuseppe Conte aveva presentato un curriculum un po’ fantasioso, ancora si illudeva di poter rientrare in partita in qualche modo. Già, perché al Nazareno non tutti si sono abituati all’idea che la palla non toccherà al Pd per molto tempo. Basta sentire quello che dice uno dei leader della minoranza interna, Andrea Orlando: “Non sarà facile fare opposizione al programma dei 5 stelle”. Nel Partito democratico infatti c’è chi pensa di potersi incuneare nelle future divisioni tra grillini e leghisti non per mettere in risalto le contraddizioni del governo giallo-verde (questa è la linea Renzi) ma per giocare di sponda con i “5 stelle”.
Insomma, nel Pd si continuano a fronteggiare due linee diverse, praticamente opposte, in attesa che un Congresso (o una scissione) porti a un chiarimento.
Ma le assise, checché se ne dica, non saranno tanto a breve. Come, del resto, l’Assemblea nazionale che dovrebbe eleggere un segretario o convocare un Congresso. Martina continua a volerla al più tardi a luglio perché punta a farsi eleggere in quella sede, ben sapendo che poi assai difficilmente il Congresso si terrà veramente alla fine del 2018. Questo gli consentirebbe di restare alla guida del partito per un altro annetto. I renziani invece la pensano diversamente. Perciò preferirebbero veder slittare anche l’Assemblea nazionale dal momento che in realtà, nonostante i proclami ufficiali, non sono sicurissimi dei numeri. E, a dire il vero, il loro leader, cioè l’ex segretario, non vorrebbe nemmeno il congresso troppo a breve perché non ha ancora deciso il da farsi.
E’ vero infatti che gli è stata attribuita da qualcuno l’intenzione di appoggiare Nicola Zingaretti. Ma sono soprattutto i parlamentari del territorio che caldeggiano questa soluzione. Renzi invece non è affatto convinto. Pensa ancora a Graziano Delrio, ma il capogruppo del Pd alla Camera dei deputati sembra sempre irremovibile sul suo no. Ci vorrebbe quindi un nome nuovo, che per l’ex segretario non sarebbe però quello di Matteo Richetti. E allora ? Allora ci vuole tempo per costruire una nuova candidatura. E un po’ di tempo, con il governo giallo-verde il Pd lo può avere. Magari per preparare la strada a Marco Bentivogli, leader dei metalmeccanici della Cisl, riformista, frequentatore di qualche Leopolda.