Luigi Di Maio e Matteo Salvini (foto LaPresse)

Storia di un incubo: che leghisti e grillozzi facciano come Trump

Giuliano Ferrara

Non sottovaluto l’arietta fanatica, fascistella e somara ma con buonumore mi immedesimo in Naomi Campbell e dico: non provo più rabbia

Mi immedesimo in Naomi Campbell (che vorrà dire?) e con lei, in copertina ieri nel “Liberi tutti” del Corrierone per un colloquio con Paola Pollo, affermo maestosamente: “Sono cambiata. Non provo più rabbia”. Era l’unico commento alla chiusura della crisi che si faceva davvero leggere. Voi sapete come sono le sindromi bipolari, la depressione fino a un certo punto induce a cupezza, poi lascia il passo alla più liberante e pericolosa euforia. Aspetto l’iban di Marco Taradash e del suo #centromotore per sganciare, al lavoro e alla lotta, e sono pronto a tutto (Meotti scusami!) pur di ottenere il rimpiazzo, la sostituzione demografica: Prima i maliani! è ora il mio motto. Travaglio si arrampica sugli specchi da bravo italiano per salvare la faccia, ma M. Gassama, sans-papiers venuto dal Mali, si è arrampicato a Parigi per quattro piani e in trenta secondi ha salvato un bambino appeso al balcone, altro che la faccia appesa al fu governo M5s-Pd. Dunque quando il ministro dell’Interno organizzerà treni blindati per espellere cinquecentomila fratelli immigrati mi stenderò sui binari, ovvio.

  

Non sottovaluto l’arietta fanatica, fascistella e somara che promana da questo esecutivo, a parte il professor Conte che è amico dei miei amici, a parte Moavero Milanesi, tienimi da conto Monti, a parte Paolo Savona, che stava con Ciampi ed è della Fondazione La Malfa, a parte il professor Giovanni Tria, che per noi del Foglio è un babà, a parte questo non sottovaluto. Ma nemmeno sopravvaluto, ci conosciamo tutti. E’ la sindrome da euforia che attacca chi magari non ha scritto che Ruby era la nipote di Mubarak, ma è stato pieno di comprensione per i sostenitori della tesi fatale; chi ha passato vent’anni in faticosa ma lieta compagnia del Cav. con le sue mattane e qualche anno con Renzi, perché i pop nel vecchio senso e i riformisti hanno fatto le riforme costituzionali che gli italiani, non i maliani, hanno bocciato, padroni in casa loro. Io non sono più padrone in casa mia, al massimo un ospite ingrato, come diceva di sé Franco Fortini, e dunque sarò scostumato ma decente.

 

Il mio incubo coincide con l’interesse nazionale ed europeo e mondiale, non è poco. Il sogno americano è tramontato, ma è l’alba dell’incubo italiano, naturalmente molto allegro. L’incubo è questo: leghisti e grillozzi fanno come Trump, they deliver, mantengono le promesse più sconcertanti, assurde, e per eterogenesi dei fini, ma non sono tenuti a sapere di che si tratti, gli asinelli e i bulli realizzano onestà-tà-tà, fine dello stato fiscale, assistenza dispiegata al meridione, e già che ci siamo anche al centro-nord, e controllo dell’immigrazione con riequilibrio dei poteri nell’area dell’euro, e vaffanculo Frau Merkel e “merde!” a M. Macron, con Putin che a questo punto, non riuscendo nemmeno a eliminare i giornalisti rifugiati a Kiev, non fa più tanta paura, e per le tariffe commerciali ci affidiamo di cuore a Xi Jinping. Il modello Trump va in questa direzione, e Bannon si è già congratulato con Savona. Che volete di più dalla vita?

  

Io dalla vita vorrei il ritorno di un governo Carli-Colombo, magari con Savona consulente, ma mi rendo conto che non si può ottenere tutto quel che si desidera. Faccio parte di un’élite di studiosi non laureati, non posso pretendere che resuscitino i partiti, assisto con clamorosi applausi alla resurrezione del professor Conte. Oggi è il 2 giugno. Mattarella è il mio presidente. Avrei fatto il contrario di quel che ha fatto lui, tempi stretti e incarichi politici a Salvini e Di Maio, poi un tecnico e subito al voto, e non mi pare che brodose lungaggini e trame con i grillozzi abbiano prodotto risultati sensazionali. Ma per essere equanime, dirò che al posto suo, con il 32 per cento di imbesuiti elettori di Gribbels, sovranità popolare, e con il 17 per cento di carnascialeschi elettori di Salvini, sovranità popolare, avrei avuto qualche difficoltà a restringere la sovranità nei limiti fissati dalla Costituzione più bella del mondo. E a proposito dei carnasciali, quant’è bella giovanezza, che si fugge tuttavia, di doman non v’è certezza, chi vuol essere lieto sia. Baci da Naomi.  

Di più su questi argomenti:
  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.